ItaliaOggi, 24 dicembre 2020
Periscopio
Ci vogliono misure impopolari, così il popolo si sente qualcuno. Altan. la Repubblica.
In Italia il discorso sulle donne è intriso di ipocrisia, serve solo agli uomini che vogliono darsi un pedigree rosa. Annalisa Chirico, giornalista e scrittrice (Lucia Esposito). Libero.
Salvini è un raccoglitore di consenso di prima classe, ma nell’utilizzare politicamente questo consenso finora si è dimostrato assai debole. La pandemia ha messo in particolare in evidenza i suoi limiti. Giovanni Orsina, politologo (Fausto Carioti). Libero.
Silvio Berlusconi è uno di quei manager che fa tutto per bene tranne il preparare il ricambio generazionale. Roberto Maroni, leghista, ex ministro dell’interno (Giampiero Rossi). Corsera.
Le parole del pentastellato Morra contro la Santelli che, avendo un tumore, non avrebbe dovuto presentarsi alle elezioni regionali in Calabria (tra l’altro ha vinto), sono semplicemente offensive. Seguendo il suo ragionamento, Gianroberto Casaleggio, che aveva un tumore al cervello, sarebbe stato inabile a gestire il Movimento, e quindi non sarebbe nemmeno dovuto nascere il Movimento Cinquestelle. Gianluigi Paragone, deputato, leader di Italexit (Fabio Rubini). Libero.
In sintesi. L’Italia di oggi è un Paese in cui la cultura è diventata un disvalore, e l’ignoranza una virtù. E un detenuto che nelle carceri fasciste scriveva frasi del Vangelo in latino (nella certezza che quelli che sarebbero stati imprigionati dopo di lui l’avrebbero capito) sarebbe straniero in patria. Aldo Cazzullo. Corsera.
Sul monumento in ricordo dei trucidati nei campi di sterminio nazisti al Cimitero Monumentale di Milano c’è questa scritta: «Dai crematori dei lager germanici una scia di luce ricorda i nostri martiri. Nell’estremo supplizio li confortò la certezza che la tirannide passa, la libertà risorge». Silvia Carli. Corsera.
Io sono un po’ snob. Mi piacciono le persone che sanno le cose, hanno studiato l’uomo e intuiscono che cosa potrà succedere. Se lo immagina un potere lasciato interamente al popolo? Che putiferio. Roberto Vecchioni, cantautore (Pietro Senaldi). Libero.
Le riforme sono le basi per la ripresa. Solo con le giuste riforme l’Italia può garantire che Next Generation Eu risponda alle aspettative dei suoi cittadini. Penso, ad esempio, a riforme volte ad accelerare il sistema giudiziario e la pubblica amministrazione, aspetto essenziale per attrarre investimenti e infondere fiducia al settore pubblico. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. Adnkronos.
Riesco a piazzare a Gervaso la seguente domanda: «La depressione è una variante delle tue mille ossessioni sanitarie?». «È una cosa se stante, peggiore di cento tumori. «È così devastante che il suicidio mi sembrava un palliativo. Non mi sono buttato dalla finestra solo perché ero in uno stato letargico assoluto. Non avevo la forza di fare niente. Speravo in un arresto cardiaco. Piangevo dirottamente. Non mi lavavo e non mi vestivo. Lo faceva per me Vittoria. Di mio, ero uno zombie». Roberto Gervaso, scrittore (Giancarlo Perna). Libero.
Le ideologie, ai tempi loro, e là dove ancora sopravvivono procedono sempre nello stesso modo: giusta origine di classe, e immacolata genealogia razziale, o togliersi di mezzo, estirpati come male piante, schiacciati come scarafoni e infine scaricati in quell’immondezzaio della storia che Trotskij evocò per i suoi nemici e poi («specchio riflesso», come dicono i bambini) fu lui a finirci dentro. Diego Gabutti. Informazione corretta.
Il drogato è un disadattato, soffre gli schemi della società dove è cresciuto: altrimenti che ragione avrebbe di farsi? Acquisito questo dato inequivocabile, ho pensato che fosse indispensabile una rieducazione totale, tabula rasa. Ma come cancellare una mentalità se non si dà uno stacco netto con l’ambiente che quella mentalità ha contribuito a formare? Ecco il punto: si trattava di istituire delle comunità autosufficienti dove ogni contatto con l’esterno fosse abolito. E così abbiamo fatto. Padre Eligio (Vittorio Feltri). Libero.
Tra i fuoriclasse degli editori ne cito solo tre, ahimè defunti. Inge Feltrinelli, dal fascino pari alla sua intelligenza. Cesare De Michelis, l’ultimo editore letterato e il miglior erede di Aldo Manuzio. Luigi Spagnol, che portò in Italia la saga di Harry Potter e altri quattro autori da oltre 1 milione di copie. Ricardo Franco Levi, presidente degli editori di libri (Aie) (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Ho addosso un 2020 difficile, come tutti. Avrei dovuto fare un tour per i dieci anni di carriera e invece non ho potuto farlo. Per la terza volta sono finita in ospedale per curare un cancro e lo ho sconfitto. Emma Marrone. X Factor (Simonetta Sciandivasci). il Foglio.
La donna che mi siede di fronte ha un’eleganza curata ma non sofisticata, i capelli raccolti e nascosti sotto un turbante, una camicetta colorata. Ha 95 anni e mi sta raccontando di quella volta in cui Philip Roth la mandò a chiamare perché voleva conoscerla, nella sede di una rivista newyorkese. «Aveva solo 26 anni ma mi disse subito: “Il mio modello è Saul Bellow”. E aggiunse: “Mi consideri un suo rivale”». Norman Mailer invece la accolse una sera, dopo cena, nella sua casa di Perry Street, nel Greenwich Village. «Scontroso, ruvido, con un che di violento». Marisa Bulgheroni, prima traduttrice dei Beatles (Roberta Scorranese). Corsera.
Drogo, il protagonista del Deserto dei tartari di Dino Buzzati, è carico di entusiasmo giovanile: dopo anni di accademia e di teoria, è finalmente arrivato il momento di misurarsi con la vita vera e le sue prove. Ma in breve capisce l’errore commesso: la Fortezza Bastiani non è come l’aveva immaginata, è una roccaforte sul nulla, il servizio non è esaltante come se l’aspettava, i colleghi sono umani, forse troppo, meschini e deboli. E comunque sembrano pronti a tutto tranne che a fare gli eroi in guerra. Drogo chiede di tornare indietro, di essere trasferito ad altra destinazione. Ma ormai è tardi: la Fortezza è entrata dentro di lui, non riuscirà più ad andarsene. I treni sono tutti passati e lui è rimasto sulla pensilina della stazione. Capita, a volte. Maurizio Pilotti. Libertà.
Il lusso non si ostenta: si gode. Roberto Gervaso.