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 2020  dicembre 22 Martedì calendario

In 10 anni mai così precisi dal dischetto

In uno dei campionati più imprevedibili degli ultimi anni, un elemento contribuisce a renderlo più scontato degli altri: dal dischetto si segna praticamente sempre. I dati parlano chiaro: sui 47 calci di rigore assegnati fino a ora, 40 sono finiti con un gol. La percentuale è di poco superiore all’85%, la più alta degli ultimi 10 anni. Solo nella stagione 2008-09, infatti, c’è stato un rapporto maggiore tra rigori assegnati e realizzati (99 su 115, pari all’86%). Anche l’anno scorso, nella stagione con il maggior numeri di tiri dal dischetto assegnati negli ultimi 15 anni (187, ben 50 in più del record precedente, i 137 del 2016-17), la percentuale si era tenuta poco al di sopra dell’81%. Siamo prima del giro di boa, di giornate ne mancano ancora 25 e il rapporto potrebbe salire o scendere. Ma l’indicazione è che finora, dagli undici metri, si segni di più rispetto agli ultimi anni. Tra chi sbaglia, poi, non mancano i nomi illustri: due su sette sono stati falliti da Ibrahimovic, uno contro l’Inter – ma ha poi segnato sulla respinta – e uno col Verona; un altro, pochi giorni fa, è stato sbagliato da Cristiano Ronaldo contro l’Atalanta, il suo quarto con la maglia della Juve. Anche rigoristi solitamente affidabili come Fabio Quagliarella e Franck Kessie si sono visti negare la rete dagli undici metri. Si sbaglia di meno, ma sbagliano anche e soprattutto i migliori.
C’è poi il caso strano, quest’anno, dell’indecisione su chi sia effettivamente il rigorista di ogni squadra. Per alcune non ci sono dubbi: il “titolare” del dischetto nella Juve è Ronaldo. Il vice dovrebbe essere Dybala, ma la presenza dell’argentino quest’anno non è scontata. Anche nell’Inter, dopo una staffetta poco fortunata lo scorso anno, la gerarchia è chiara: i rigori li tira Lukaku e non si discute. Sono 3 su 3 in stagione, 11 su 11 in totale in Serie A. Il vice è Lautaro, ma se c’è il belga li tira solo lui. E il pesante errore dell’argentino col Bologna, lo scorso luglio, è lì a dimostrarlo. Più articolato il discorso sul Milan: fino a gennaio scorso il rigorista era Kessie, l’arrivo di Ibra ha ribaltato le gerarchie. Gli ultimi due rigori falliti dello svedese, però, hanno rimesso l’ivoriano in testa, nonostante l’errore con la Fiorentina. Chi invece è una certezza è Simy del Crotone, che in stagione ha gli stessi numeri dal dischetto di Lukaku. Ci sono poi i casi dei rigoristi “per caso”: Vlahovic, nella Fiorentina, ne ha segnati due su due, ma il rigorista dei viola, in teoria, è Pulgar. Il problema? Non è più un titolare fisso, la palla ora è del giovane serbo. Nello Spezia il dischetto dovrebbe essere zona di Ricci o Galabinov, ma l’unica volta in cui i liguri hanno avuto un rigore erano fuori, così al loro posto Nzola non ha fallito. E nel Verona? I penalty sono il territorio preferito di Miguel Veloso, ma se il portoghese non c’è la responsabilità è di Zaccagni. La vera incognita è il Bologna: Barrow ha sbagliato per due volte contro lo Spezia, in campionato e Coppa Italia. Mihajlovic è stato chiaro: «Non li calcerà più». Chi al suo posto? Orsolini si candida.