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 2020  dicembre 21 Lunedì calendario

Doping, coca, truffe: ippica in tribunale

È l’anno dell’ippica in tribunale, questo 2020: in giro per il mondo finisce a carte bollate, proprio come era iniziato, e continuato, per le più bizzarre ragioni. Una delle più buffe sta dietro la squalifica «solo» di 3 mesi, per positività alla cocaina – la scorsa estate a Parigi —, del 25enne campione in carica dei fantini inglesi Oisin Murphy. Mai fatto uso di droga, giura, e invoca non la contaminazione alimentare ma una quasi inedita (unico precedente il tennista Richard Gasquet nel 2009) contaminazione... sessuale: una focosa serata, prima delle corse a Parigi, senza immaginare che l’amata fosse cocainomane. Quando si dice: un bacio alla francese.
Già la stagione era partita male con la più ricca corsa di galoppo al mondo, la «Saudi Cup» a Riad, gara che valeva 20 milioni vinti dall’americano Maximun Security, ma congelati dopo che a New York intercettazioni avevano colto l’allenatore Jason Servis sperimentare su altri cavalli sostanze pericolose per il loro cuore.
A imbarazzo nessuno batte la Svezia del trotto, solo nel 2020 accortasi che l’americano Propulsion, laureato in maggio re del prestigioso «Elitlopp», per anni aveva corso 45 Gran premi con un nervo devitalizzato in uno zoccolo sofferente: pratica ammessa in Usa, ma in Europa equiparata a doping perché fa trottare il cavallo più veloce, annullando la soglia del dolore. Beneficiati dalle sue squalifiche due portacolori italiani: Cokstile nell’«Elitlopp» 2020 e Ringostarr Treb nel record europeo di 1’08”2 nel 2017.
Negli Stati Uniti imperversava la Phoenix Thoroughbreds, nuova scuderia molto alla moda: dal nulla addirittura 300 cavalli e incursioni vincenti persino ad Ascot. Da dove venissero i soldi si è capito quando il fondatore, Amer Abdulaziz Salman, è stato incriminato per aver riciclato 25 dei 100 milioni ottenuti dalla truffa con un fondo sulla cripto-valuta OneCoin.
Più ruspanti i contenziosi in Italia. I sei mesi di squalifica per uso di prestanome inflitti dalla Francia al lanciatissimo allenatore Andrea Marcialis (sesto in classifica) sono persino sproporzionati al misto di furbizia e sprovvedutezza amministrativa di chi, digiuno di francese, per aggirare il mancato permesso di aprire una scuderia anche in Provenza vi aveva fatto figurare alcuni cavalli allenati da un trainer 80enne in disarmo. E il Derby Italiano di galoppo da 740.000 euro, a maggio vinto da Tuscan Gaze senza chiarezza sull’iscrizione ordinaria da 6.000 euro (al telefono e per giunta con nome storpiato) o supplementare da 60.000 euro, ora restituito dai giudici sportivi in appello dopo la retrocessione in primo grado lo scorso ottobre.
Infine, mestiere pericoloso assai quello dei jockey ma lo stop di sei settimane al super fantino australiano Hugh Bowman per aver forzato un varco costato 10 fratture a un avversario è niente in confronto alla radiazione del 42enne Brandon Morgenrood, reo d’aver chiesto la complicità di un collega per collaborare a un piano che in corsa avrebbe dovuto causare la rovinosa caduta di un’altra fantina: addirittura la sua ex fidanzata.