la Repubblica, 20 dicembre 2020
L’illusione dei vice che non esistono
«I cimiteri sono pieni di persone insostituibili che sono state tutte sostituite». Le squadre di calcio invece hanno qualche giocatore non rimpiazzabile. Toglilo e l’esito automaticamente cambia. In epoca contemporanea ne vengono in mente tre: Alisson nel Liverpool, Messi nel Barcellona e Cristiano Ronaldo, ma nel Real Madrid. Il resto è relativo e rimediabile. Si tratta di avere fantasia e non ragionare in scala 1:1, giacché non è possibile. Come spiega l’ex fidanzata di Jesé: «Eri CR7 ma 1:1000». Se ‘il centravanti è lo spazio’ e ‘il trequartista è la palla recuperata alta’, ‘il vice è un diverso schema di gioco’, che prescinda dall’inutilizzabile perno.
Di più: il vice non esiste. È un’illusione. Una caritatevole idea nominalista che promuove la “riserva” ad alter ego, come se l’assoluto potesse avere un doppio. E, al contempo, uno slogan da calciomercato permanente: «L’Inter cerca un vice Lukaku». Dove? Da un marmista di Carrara? Meglio Lautaro-Sanchez (pur fotocopia sbiadita di Romario-Bebeto) di una controfigura destinata a una figuraccia. Eppur s’invoca, il vice. Il ruolo dà l’ansia. In politica, parafrasando Andreotti, il potere logora chi vice l’ha. La successione si lega alla tragedia (Lyndon Johnson), si nega per accidente storico e slealtà personale (Al Gore) o si pospone a trauma (Joe Biden). Un vice raccoglie spiccioli, recite in teatri lontani, protagonismi in piani B. Giganteggia all’orizzonte, ma di un futuro immaginario.
Il Milan cerca il vice Ibra, l’Atalanta il vice Gomez. Non esistono, né in casa né fuori. Zlatan è un totem, un’impressione nella retina avversaria, una condizione a cui sottomettersi giocando contro. Poi, certo, anche un muro d’appoggio nel portare avanti l’azione e un terminale da cross. Ma davvero si pensava che a 39 anni potesse giocarne 38? Era pazzo Rangnick quando sosteneva che non fosse sensato costruirgli intorno una squadra, soprattutto in vista del calcio post-Covid? È sadico presentare come sostituti Rebic o Leao, che fanno un altro mestiere e lo fanno altrove. Masochista evocare Giroud o il pur bravo Scamacca. Altre idee, altri tempi. Lo stesso vale per il Papu. Pessina e Malinovskyi sono ottimi giocatori, ma il primo non dribbla e il secondo si accende quando tira. Gomez è stato reinventato, ma su altre basi (le ha forse Boga). Dopo Rebecca, meglio cambiare vita che prendere una seconda moglie e infilarla nelle sue scarpe. Il deflusso cinese offre miraggi. Risospinge a riva Pellè ed Eder.
Due perfetti vice. Come no. Auguri.