ItaliaOggi, 19 dicembre 2020
Periscopio
Berlusconi è un grand’uomo. Confesso di subirne il fascino. Ne ammiro l’irriducibilità e la capacità di trattare su tutto. Grande lezione politica. Vergognoso che la sua vita privata sia stata portata sotto i riflettori. Fabrizio Rondolino, scrittore (Giancarlo Perna). Libero.
Nella delegazione tedesca che negoziò i Trattati di Roma c’era anche mio padre allora 27enne. Ho con me la foto che lo ritrae al Campidoglio. Next Generation Eu ci fa compiere un passo verso l’Unione sognata dai nostri fondatori. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. AdnKronos.
Molto serio e grave è il fenomeno della secolarizzazione della Chiesa cattolica che sta rincorrendo il mondo e si sta trasformando in una religione, non più della salvezza, ma del benessere. Marcello Pera, ex presidente del Senato (Maurizio Caversan), La Verità.
L’Italia non può permettersi il lusso di dire No all’Europa, tradendo una lunga carriera di servitù e di braghe calate. Facciamo infatti un governo fondato sul tradimento e sul raggiro, ci facciamo guidare da gente che non ha alcun titolo per farlo. Marcello Veneziani. La Verità.
Se il progetto della Task force andrà avanti, Conte assicurerà ai suoi nominati la vincita di una lotteria senza neppure aver comprato il biglietto e, per di più, senza alcun controllo neppure della Corte dei conti. Davanti a questa deriva edonistica, perfino il Ragioniere generale dello stato, Biagio Mazzotta, si è opposto con tutta la sua riconosciuta autorevolezza. E in questo caos, in cui Conte sguazza sgusciando, i nostri leader politici non riescono nemmeno a chiudersi in una stanza per trovare una via d’uscita indicando un nuovo premier e con loro stessi al governo. Luigi Bisignani. il Tempo.
No, francamente non mi aspettavo che il Milan fosse primo in classifica. Temo però che non duri a lungo. Ha alcuni giocatori molto bravi, palleggia benino, ma non mi pare possedere la forza fisica dell’Inter, né ha l’esperienza al vertice di una Juve. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia (Valentina De Salvo). la Repubblica.
Mio padre, Alcide De Gasperi, fu preso dalla polizia fascista sul treno che da Roma lo portava a Firenze. Era diretto a Trieste: voleva allontanarsi dalla capitale, dove era conosciuto, e vivere in una città più piccola. Ma credo che non fosse convinto sino in fondo della sua scelta. Era abituato ad affrontare le cose; non a scappare. Lo portarono a Palazzo di Giustizia in catene, con altri detenuti. Si sentiva sicuro che l’avrebbero mandato libero: in fondo era un deputato che criticava il governo. Lo condannarono a quattro anni di carcere. Maria Romana De Gasperi (Aldo Cazzullo). Corsera.
Quando ero una bambina, negli Stati del Sud gli afroamericani venivano linciati. I comunisti licenziati. Le donne stavano appena iniziando a entrare nelle università e nel mondo del lavoro. Le molestie sessuali erano un flagello onnipresente. Gli ebrei non potevano diventare soci dei più importanti studi legali. I gay e le lesbiche, considerati criminali per legge, quasi sempre non osavano manifestarsi. La categoria dei transgender non aveva ancora un nome. Un’America giusta e inclusiva non c’è mai stata in passato e non è ancora una realtà pienamente raggiunta. Martha C. Nussbaum, filosofa Usa (Roberta Scorranese). Corsera.
Ho insegnato al Sissi di Trieste per quattro anni e infine al San Raffaele di Milano. Dai moscerini sono passato ai mammiferi. Ho lavorato sui neuroni corticali, facendo nuove e importanti scoperte. Ho scritto per le più importanti riviste scientifiche del mondo. Tre Nobel per la biologia che ho sfiorato, sono stati dati in relazione allo sviluppo dei moscerini e agli aspetti che hanno in comune con gli animali superiori. Edoardo Boncinelli, genetista (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Quella notte dell’11 luglio ’82 a Milano faceva molto caldo. Da Brera a Quarto Oggiaro con le sue fila di palazzoni uguali, la città viveva coagulata attorno alle tv. E percorrendola in auto, dalle finestre spalancate un’unica voce ne veniva: silenzi tesi quando l’avversario si avvicinava alla nostra porta, e poi un crescente rumoreggiare di tensione, mentre il telecronista Nando Martellini scandiva i nomi dei nostri all’attacco: Collovati, Altobelli, Rossi, Rossi… Ai gol, i boati colmavano le strade vuote come colpi di cannone: e chi girava per Milano mentre calava il buio aveva la sensazione che, almeno per quella sera, fossimo uniti da qualcosa. Chi aveva almeno sette od otto anni è stato, l’11 luglio ’82, testimone di un sogno: per qualche ora, gli italiani erano felici, insieme. Marina Corradi. Avvenire.
I Scerbanenko (ancora per poco con la «kappa») alla fine arriveranno a Trieste, dove li aspetta un altro campo profughi. Solo nel 1920 sono a Roma, poi si trasferiscono a Milano: apolidi, esuli, senza patria. Sono anche molto poveri, se è per questo. Giorgio ha velleità letterarie, ma deve lasciare la scuola, e arrabattarsi: fresatore, magazziniere, barelliere sulle ambulanze della Croce rossa. Una professione questa che lo porta di nuovo a contatto «con un’umanità sofferente, che vive e muore in una zona grigia di miseria, buia per delitti e disperazione». Ha vent’anni, e questo è il suo apprendistato da scrittore, anche se «il russo», come chiamano tutti, quell’alieno che parla con accento romano, alto quasi due metri e magro come una statua di Giacometti, ancora non lo sa. Maurizio Pilotti. Libertà.
«Natale. Guardo il presepe scolpito, / dove sono i pastori appena giunti/ alla povera stalla di Betlemme. /Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. / Pace nella finzione e nel silenzio / delle figure di legno: ecco i vecchi / del villaggio e la stella che risplende, /e l’asinello di colore azzurro. / Pace nel cuore di Cristo in eterno; / ma non v’è pace nel cuore dell’uomo. / Anche con Cristo e sono venti secoli / il fratello si scaglia sul fratello./Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri?». Salvatore Quasimodo.
Anticipare la messa di Natale e la nascita di Gesù è una stranezza inopportuna e ingiusta. Di più: anticipare la tradizionale messa di Natale, ovvero la nascita di Gesù, è una decisione che procura delusione e amarezza, non solo ai cattolici praticanti e ai religiosi più fedeli. Ad esempio, come ho scritto molte volte io (purtroppo), non sono credente, ma ho infinito – letteralmente: senza fine – rispetto per chi ha la fortuna di credere in Dio e in un futuro felice dopo la morte terrena. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
La vera pace eterna è quella dei sensi. Roberto Gervaso.