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 2020  dicembre 19 Sabato calendario

Come ordinare la libreria

La libreria di casa (che mai come quest’anno ha fatto da nobile sfondo a migliaia di collegamenti via Zoom) è lo specchio del nostro modo di vedere il mondo e pure di come vorremmo che il mondo ci vedesse. Perciò un libro che racconta l’arte di mettere in ordine una biblioteca o sgangherarla, racconta allo stesso tempo i nostri numerosi tentativi di mettere in ordine o in disordine il mondo. La missione di razionalizzare quella marea di individui colorati che come un dna in continua evoluzione, popola le nostre case, ha appassionato nel tempo decine di studiosi, da George Perec a Piero Dorfles sino a Roberto Calasso. Ma il libro di Alessandro Mari, scritto insieme con Ginevra Azzari e Matilde Piran, Libri, Istruzioni per l’uso, L’arte di scegliere, organizzare e disordinare le librerie di casa (Utet, 224 pp. 23 euro), uscito alla fine di un 2020 che ha regalato agli italiani la riscoperta della lettura, parte da un approccio inedito (storia e anatomia di una biblioteca) e approda a un finale aperto, che è il risultato del rapporto personale che ognuno dovrebbe coltivare con i propri libri.
L’autore di Troppo umana speranza (Feltrinelli 2011) che oggi insegna alla Holden nel suo saggio parte da un assunto: «Una libreria è lo scheletro, l’ossatura a cui i libri s’aggrappano quasi fossero muscoli e nervi, organi e ciccia e i libri sono vivi non tanto e non solo in senso romantico». Poi sviluppa l’analisi attraverso la certezza che «Non esiste una maniera giusta e cento sbagliate per organizzare la propria libreria. Qualunque sistema è valido purché funzioni come un organismo. L’insieme delle librerie di casa deve restituire la nostra anima sin dalla prima occhiata: è come la fotografia che immortala l’essenza di un animale nel suo habitat».
Quindi il libro è qualcosa di vivo, che va maneggiato spesso, spolverato e arieggiato, non solo perché si conservi meglio, ma anche perché ogni libro alla fine è compartecipe dei suoi viaggi all’interno della nostra casa. E rimescolando le carte, spostando i titoli, magari saranno loro stessi a suggerirci su quale nuovo scaffale, possono regalarci un’emozione in più.
L’autore, da buon intellettuale, dispone di ben cinque librerie organizzate in modo diverso. «Le variabili – spiega – sono innumerevoli: l’argomento, l’affetto che ci lega ai diversi volumi, la loro altezza, larghezza e peso, ma anche le dimensioni del mobile libreria, la disposizione delle pareti e delle stanze(i libri di cucina in cucina? I libri più letti sul comodino?). In più, si trasloca, si rompono convivenze (e si separano anche le librerie), si cambiano gusti». Secondo l’autore i libri sono una tecnologia complessa: riuscire a tenere comodamente in mano un volume e decidere dove metterlo può sembrare un atto scontato, ma porta con sé il peso di secoli di addomesticamento del sapere: dalle tavolette alla pergamena e al libro a stampa, dal tablinum dei romani agli scriptoria medioevali, dalle boiseries vittoriane ai palazzi nobiliari sino ai monolocali in periferia, i volumi hanno sempre richiesto un ordine, un metodo».
Partendo dal fatto che ogni libro è un compagno di vita e interagisce anche fisicamente con il suo lettore, Mari consiglia di provare la «regola della costellazione», vale a dire provare ad attraversare i diversi saperi e le storie in orizzontale, anziché scendere in verticale in una singola disciplina o una singola famiglia di storie. Ecco allora che a un libro fotografico di zoologia si può accostare un testo di antropologia e, perché no, un saggio sulla meccanica celeste. Certo una disposizione meno classica e meno pratica di quella in ordine cronologico, alfabetico o cromatico.
Di quest’ultima era un fan lo stilista e a giudicare dal colpo d’occhio delle librerie che quest’anno sono finite nelle dirette on line, la macchia bianca della foresta letteraria Einaudi accanto al blu profondo firmato Sellerio o l’iconica tavolozza Adelphi piace alla gente che piace. Colori a parte un’altra buona regola secondo Mari è quella di lasciare decantare i nuovi volumi su un grande tavolo. «Sarebbe un errore incasellarli anzitempo in uno scaffale. Saranno loro stessi a indicarci la destinazione. Un errore invece è pensare che i libri non abbiano preferenze sul vicinato: «Ci siamo mai chiesti come si sente un libro di Dumas accanto a uno di Defoe? Magari starebbe meglio accanto a Melville, oppure Omero avrebbe voglia di condividere lo scaffale con un giallista o ancora Carolina Invernizio sarebbe interessata a parlare di Milano a Dickens, facendosi raccontare Londra…».
Ultima regola di convivenza con i libri: «Avete un‘abitudine? Traditela». Quindi se siete bibliofili irriducibili, regalate i vostri libri dopo averli straletti, certi di donare anche qualcosa di voi insieme con quel romanzo. Ma se li prestate non dimenticateli. Si tratta di compagni di vita.