Voi fate davvero tante, fantastiche cose. Quanto ha influito la pandemia sul vostro lavoro?
Miraphora Mina: «Da marzo tutto il nostro team sta lavorando in remoto da casa e dal punto di vista tecnico tutto o quasi sta funzionando ma, avendo bisogno di un continuo scambio creativo, è davvero molto frustrante non poter lavorare nella stessa stanza. Siamo orgogliosi di come siamo riusciti a sopravvivere tutti questi mesi continuando non solo a pubblicare libri ma andando avanti anche con i film, nonostante tutte le restrizioni in atto».
Eduardo Lima: «C’è un libro a cui abbiamo lavorato durante la pandemia, Il mago di Oz che, credo, risente particolarmente di questo stato. Se guardi ai disegni sono completamente folli. Voglio dire, il mago di Oz è pazzo, certo, ma qui è extra-pazzo! Probabilmente eravamo tutti un po’ alterati dalla situazione».
E adesso com’è la vostra giornata?
E.L.: «Durante il lockdown non abbiamo smesso di lavorare un singolo giorno e in più c’erano tutte queste riunioni su Zoo, Team, Skype e così via. Ed è stato e continua ad essere molto stancante. Adesso stiamo lavorando ad Animali fantastici e dove trovarli 3».
Come vi dividete il lavoro?
E.L.: «Mira si dedica di più al film e io al nostro studio».
Come vi siete conosciuti?
M.M.: «Sono vent’anni che lavoriamo insieme. Ogni tanto ci capita di vedere un’illustrazione Vittoriana e dire: "Ti ricordi quando l’abbiamo fatta e c’era così tanto freddo e così poca luce?". A parte gli scherzi, ci siamo conosciuti grazie ad un comune amico e così Eduardo mi ha aiutato in alcuni lavori per il secondo film di Harry Potter: parlavamo lo stesso linguaggio e abbiamo capito che eravamo meglio insieme che come due entità individuali. Dopo otto anni di film abbiamo deciso di creare uno studio insieme per allargarci anche ad altri progetti».
E.L.: «Solo che nel 2011 ci hanno chiamato di nuovo per lavorare a "Diagon Alley", il gigantesco parco a tema che è stato organizzato a Orlando in Florida. Per due anni abbiamo disegnato ogni singolo pezzo di grafica di quel parco. Poi è iniziato Animali fantastici e dove trovarli così non abbiamo mai lasciato il mondo dei maghir».
Voi avete creato tutti gli oggetti dei film di Harry Potter: qual è stato
quello di maggior successo?
E.L.: «Il più iconico è "La mappa del malandrino": spesso alle convention capita di vedere dei fan che se la sono fatta tatuare! È una cosa piuttosto strana ma testimonia un amore davvero incredibile!».
Come è nata invece la serie di libri di Harry Potter di cui in Italia è appena uscito il primo volume?
M.M.: «Ci è stato proposto di reimmaginare la grafica per una nuova versione dei libri e no eravamo davvero felici perché avevamo la possibilità di fare qualcosa di molto diverso dai film. Il che era al tempo stesso una grande sfida, perché ormai c’è un preciso immaginario depositato nelle mente delle persone, ma è bello avere delle difficoltà! Così abbiamo deciso di realizzare la nostra visione. E a giudicare dai risultati in Inghilterra, le persone hanno apprezzato molto questa sincerità, questa… integrità» . E.L.: «Abbiamo cercato di diventare Harry Potter e di vedere il mondo con gli occhi di un ragazzo che scopre tutto questo nuovo mondo magico».
Avete incontrato J.K. Rowling?
M.M.: «Certo: è una persona molto riservata ma sa ciò che vuole anche se, al tempo stesso, ha un grande rispetto per la creatività altrui».
Qual è la cosa del primo libro di cui siete più orgogliosi?
M.M.: «Per me è il libro in sé perché il nostro lavoro è costruire mondi e qui abbiamo avuto la possibilità di costruirne uno dall’inizio alla fine: lo vedo come un vero e proprio tesoro che ci è stato affidato».
E.L.: «Qualcuno ci aveva sconsigliato di fare libri perché richiedono molto lavoro e non rendono molto e noi...
stiamo realizzando tantissimi libri!
Siamo pazzi per i libri, per la carta...».
Infatti oltre a Harry Potter e al film state facendo, sempre col vostro stile, fantastici classici per ragazzi.
M.M.: «Rileggendoli da adulti sono tutti piuttosto dark da Peter Pan a Il libro della jungla. Ne sono state realizzate anche versioni edulcorate ma noi proponiamo gli originali».
E adesso cosa vorreste fare?
M.M.: «Vorremmo raccontare le nostre storie visuali in modi sempre diversi: esibizioni immersive o magari animazione, chissà… Tutte queste cose sono connesse».
E Harry Potter?
E.L.: «Probabilmente vivremo sempre con il mondo di Harry Potter: ormai anche lui è un classico».