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 2020  dicembre 19 Sabato calendario

L’enigma delle Borse e i misteri del Bitcoin

Stiamo per archiviare uno degli anni più catastrofici nella storia dell’umanità, alle prese con una pandemia la cui memoria si era persa nelle generazioni precedenti. Eppure, c’è un settore che non sembra essersi accorto di fallimenti e disoccupazione, misteriosamente rafforzato dalla presenza del virus. È quello delle Borse. La cui salita rappresenta un vero e proprio enigma di questo 2020.
Per cercare di risolverlo, in attesa che nelle prossime settimane fiumi di inchiostro ci sommergano nel tradizionale gioco di inutili previsioni, proviamo a rivolgerci a due delle figure più note della Storia, che agli enigmi e ai misteri hanno dedicato la propria vita.
Sherlock Holmes e Houdini erano amici. O meglio lo era il creatore del noto detective, Arthur Conan Doyle, poliedrico personaggio e scrittore di numerosi generi. Doyle ebbe un rapporto di stima e di vivace dialettica con Harry Houdini, già allora popolarissimo in America. La ragione di questo legame è per molti aspetti sorprendente. Lo scrittore, che con Sherlock Holmes inventò la figura di un investigatore capace di risolvere i casi più complessi attraverso un rigoroso ragionamento induttivo basato sull’osservazione dei singoli indizi, era in realtà un appassionato di spiritualismo e credeva nell’esistenza di presenze dell’aldilà e nella capacità di alcuni medium di entrare in contatto con loro. Anche Houdini, secondo Doyle, era una sorta di medium perché possedeva alcuni poteri soprannaturali senza esserne però consapevole. 
Houdini, che dedicò la sua vita a praticare l’illusionismo non attraverso l’occulto ma con l’allenamento di tecniche sempre più audaci e sofisticate, diventò negli anni un vero e proprio nemico dello spiritualismo contro il quale finì per ingaggiare una guerra mediatica. Si convinse, attraverso studi e frequentazioni di alcuni dei sensitivi più popolari dell’epoca, che fosse un mondo del tutto privo di prove scientifiche, popolato di truffatori e alimentato solo dal desiderio, umano ma pericoloso, di tornare ad avere un rapporto con i propri cari perduti. Non a caso fu la Grande Guerra, con i suoi milioni di morti, a dare ulteriore forza allo sviluppo dell’esoterismo che trovò in Berlino il suo naturale epicentro.
La disputa sempre più accesa su questo tema finì inevitabilmente per distruggere l’amicizia tra i due ma non intaccò di certo la loro popolarità che andò rafforzandosi anche dopo la loro scomparsa tanto da fare di Sherlock Holmes il soggetto con più versioni nella storia del cinema.
Cosa ci direbbero queste due straordinarie figure se affidassimo loro la soluzione dell’enigma a cui guardano i risparmiatori di tutto il mondo? L’immortale detective prenderebbe in esame tutti gli indizi e i principali avvenimenti susseguenti al crollo di marzo, quando scoppiò la pandemia e si diffuse la consapevolezza dei suoi tragici effetti, seminando il panico. L’intervento veemente delle Banche Centrali – secondo Goldman Sachs la Fed ha comprato in marzo 75 miliardi di dollari di obbligazioni al giorno, 140 milioni al minuto. L’attivismo dei governi, finalmente pronti a supportare la politica monetaria con una pioggia di denaro su persone fisiche e aziende. L’aumento degli utili, anche grazie al virus, delle principali aziende tecnologiche, che ormai rappresentano un quarto della borsa americana ma molto di più in termini di leadership e di influenza. I tassi di interesse scesi a zero, che hanno privato il risparmiatore di alternative di investimento ragionevoli rispetto alle azioni. Collegando insieme logicamente tutti questi elementi, il rialzo delle Borse sarebbe quindi, per Sherlock Holmes, un enigma di facile soluzione. Una conseguenza inevitabile e prevedibile di una serie di eventi fattuali che, innalzando il livello di liquidità presente sul mercato, non poteva che far lievitare le quotazioni e creare bolle. Elementare, caro Watson.
Houdini, dall’altra parte dell’Atlantico, avrebbe una visione diversa. Non negherebbe di certo l’impianto indiziale del suo amico ma non lo riterrebbe sufficiente, da solo, a spiegare il rialzo e, prendendo in prestito una delle sue frasi più celebri, gli direbbe che «nulla è più ingannevole di un fatto ovvio». Se tutto fosse così deterministico, argomenterebbe Houdini, perché allora le banche centrali non sono riuscite in questi anni a far ripartire inflazione e consumi, perché i tassi negativi non hanno funzionato? Perché, in tante occasioni, succede che l’acqua c’è ma il cavallo non beve?
Per risolvere il mistero del rialzo delle Borse in un anno pandemico il grande illusionista suggerirebbe all’infallibile investigatore di guardare invece all’andamento del Bitcoin. La performance di una realtà ai più ancora incomprensibile rappresenta la chiave per svelare il sorprendente comportamento dei mercati finanziari. È il classico canarino nella miniera. Anche se fino a qualche settimana fa in pochi l’avevano notato, con un rialzo del 218% la valuta digitale è la tipologia di investimento che ha reso di più nel 2020. Più della Borsa americana, dell’oro, degli immobili. La ragione di un simile successo non si può spiegare solo attraverso i tecnicismi a cui si rifà Holmes. Il Bitcoin non lo comprano le banche centrali, non è influenzato da politiche fiscali e non genera utili né distribuisce dividendi. Per scoprirla dobbiamo allora studiare l’impianto sul quale è costruito ogni trucco illusionistico di successo. Avvolto da un alone di mistero che non guasta, perfino per quanto concerne il nome del suo inventore, il Bitcoin riassume perfettamente le tre fasi dei numeri di magia in cui Houdini era un maestro e che Christopher Nolan ha ripreso mirabilmente nel suo film «The Prestige». 
La prima, la Promessa, in cui si mostra al pubblico un oggetto ordinario, in questo caso del denaro. La seconda, la Svolta, in cui l’oggetto viene trasformato in qualcosa di straordinario, il Bitcoin. In questo momento gli spettatori sanno che c’è un trucco ma non riescono a scoprirlo perché in realtà non stanno veramente guardando. Vogliono essere ingannati. Ancora però non applaudono, sono in attesa. 
La Svolta non è sufficiente, l’oggetto deve riapparire affinché la magia si compia. 
Ed è quello che avviene nel Prestigio, il finale, il momento in cui esplode l’entusiasmo di chi ha avuto fede. Fino alla Svolta, il Bitcoin varrebbe per quello che è, poco o niente. È la ricomparsa e la moltiplicazione del denaro, di qualcosa che conosciamo bene e che desideriamo, che alimenta l’illusione rendendola irresistibile. Questo è ciò che succede nella magia, ed è esattamente quello che accade, ciclicamente, ad alcune tipologie di investimento. I tulipani, gli immobili, i Bitcoin, le Borse, sono a volte dei prestigi a cui ci abbandoniamo. 
Sì, certo, la tecnica è importante. Ma da sola non è sufficiente. Siamo noi a farla funzionare credendoci e trasformandola in realtà.«Il mio cervello mi rende libero» diceva sempre Houdini liberandosi dalle catene. E anche schiavo. 
Ecco la soluzione dell’enigma. Elementare, caro Sherlock. Elementare.