La Stampa, 18 dicembre 2020
Il corno da caccia è patrimonio Unesco
Quanti avessero in animo di lasciarsi andare a un sorrisetto ironico, farebbero bene a ricacciarlo indietro. Il Patrimonio Immateriale dell’Umanità é riconoscimento dell’Unesco altamente prestigioso che in queste ore ha onorato l’«Arte musicale dei suonatori di corno da caccia», ossia il corno naturale, «senza valvole e pistoni», in uso nella tradizione sabauda e francese. La notizia ufficiale é arrivata da Parigi ed è frutto di una candidatura internazionale tra Francia, Belgio, Italia e Lussemburgo, annunciata proprio in Piemonte, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, nel 2014. Il dossier italiano ha come protagonista la comunità costituita dai suonatori dell’Equipaggio della Regia Venaria, formazione musicale rivitalizzata nel 1996 dall’Accademia di Sant’Uberto-Onlus, associazione culturale che ha seguito l’iter della candidatura. La sede legale dell’Accademia è a Stupinigi, quella operativa-musicale alla Reggia di Venaria.
L’Accademia ha curato una ricerca approfondita su questo strumento amatissimo nelle corti europee. La pratica infatti ha una storia unica rispetto agli altri strumenti: nato e sviluppato tra XVII e XVIII secolo per le cacce reali è stato simbolo del potere e della magnificenza delle corti d’età barocca. Ed è stata la creatrice dell’Equipaggio che ha girato il mondo portando la voce dei corni del Piemonte.
Per presentare la candidatura, coordinata tecnicamente dal Servizio Unesco del Segretariato Generale del Mibact, l’Accademia con il Ministero dei Beni Culturali ha coinvolto Regione Piemonte, Reggia di Venaria, Palazzina di Stupinigi, Città di Venaria e Nichelino. Soddisfatto e orgoglioso di tanto onore é il presidente dell’Accademia, Pietro Passerin d’Entrèves: «Nei 25 anni di attività, l’Accademia di Sant’Uberto ha ideato e realizzato molte iniziative operando anche all’estero, con convegni, mostre, pubblicazioni collegate al grande tema del loisir di corte. Attualmente è in corso il progetto «Musica da Vedere», una visita guidata dove la narrazione dei cicli di dipinti venatori a Stupinigi e alla Venaria Reale è accompagnata dal vivo dal suono del corno da caccia che corrisponde ad ogni azione rappresentata».
Arrivare alle candidatura del 2014 non é stata opera da poco. Dietro il riconoscimento ci sono anni di ricerche e anche di emozionanti rinvenimenti. Prosegue il Presidente Passerin d’Entrèves: «Tra le scoperte più interessanti c’è il ritrovamento di un corno originale sabaudo settecentesco, sicuramente impiegato a Stupinigi, di cui sono state eseguite due copie, usate poi dall’Equipaggio in concerto. Parallelamente, gli studi hanno portato all’identificazione del ciclo pittorico di Jan Miel alla Venaria come «la più antica rappresentazione europea di corni da caccia circolari».
Tempi antichi e tempi moderni capaci di instaurare un buon dialogo, ne é prova il luogo di riunione, virtuale, scelto per la web conference che ha visto la 15ª sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile dell’Unesco, dare notizia di aver inserito ufficialmente anche «L’Arte delle perle di vetro», candidatura depositata da Italia e Francia, con l’Italia capofila, e proposta per la parte italiana dalla Comunità dei perlai veneziani rappresentati dal Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di Vetro Veneziane.
Ecco allora che il suono del Corno naturale e l’Arte delle perle di vetro vanno ad arricchire un elenco di patrimoni italiani di grande prestigio, tra i 549 già riconosciuti in 127 paesi. Dal «Sapere Liutaio Cremonese», all’«Arte della Falconeria», dall’«Opera dei pupi siciliani», al «Canto a Tenore alla Festa del Perdono celestiniano». Ulteriore vittoria che fa dire al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini: «Salgono a 57 i siti italiani iscritti. Un nuovo primato che conferma la ricchezza del patrimonio culturale nazionale diffuso e che valorizza l’impegno delle comunità nella valorizzazione di quei saperi e tradizioni che le contraddistingue». La Conferenza generale dell’Unesco ha adottato nel 2003 la convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale e questo riconoscimento giuridico e programmatico, lo stesso che dette origine all’Onu, ha significato una radicale evoluzione delle politiche internazionali per la promozione delle diverse culture.