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 2020  dicembre 16 Mercoledì calendario

Periscopio

Il marchese del Grillo nun chiede mai sconti: paga o nun paga... e io nun te pago! Alberto Sordi.
La vera miseria è la falsa nobilità. Totò.

Conte deve mettersi bene in testa che non è un premier per grazia ricevuta ma perché lo hanno voluto lì Zingaretti e Di Maio. Graziano Del Rio, capogruppo Pd alla Camera. AdnKronos.

Penso alla battuta del premier inglese Boris Johson che fece arrabbiare il presidente Sergio Mattarella. Johnson disse che gli inglesi amano la libertà più degli italiani che invece prediligono la sicurezza. Penso avesse ragione. Marcello Pera (Maurizio Caversan), la Verità.

Non ci sarà alcuni rimpasto. Troppo deboli sono infatti il premier e il governo per permettersi il lusso di avventurarsi nella foresta. Il rimpasto è il tagliando che si possono permettere maggioranze solide che, strada facendo, ritengono di cambiare qualche pezzo logorato e lo fanno senza correre il rischio di non poter poi ripartire. Alessandro Sallusti. il Giornale.

Integre categorie, guarda caso piccoli imprenditori, ceto medio basso, sono state abbandonate dal governo. Dicono che vogliono salvare l’italianità delle imprese, ma in Francia hanno rinviato il Black Friday di Amazon per non fare concorrenza sleale ai piccoli commercianti; qui invece il governo non ha mosso un dito. Gianluigi Paragone, già deputato grillino ora leader di Italexit (Fabio Rubini), la Verità.

La Francia da sola non va da nessuna parte. Meglio sarebbe stato che Italia-Francia si fossero accordate per una proposta congiunta e chiara, alla quale altri si potevano accodare. Sono necessarie posizioni esplicite, a viso aperto. Oscar Giannino (Giancarlo Perna). Libero.

Nelle nostre case la religione non entra, perché anch’essa sta alla base del caos sociale che ha prodotto la droga. Però, guardi: a forza di vivere semplicemente, ascoltandosi nell’intimo, abituandosi a riflettere, a osservare la natura, il cielo e la terra, spesso ci si predispone alla fede. E se sboccia ne sono lieto. Ma guai a pretendere di inculcarla in chi ha eletto il rifiuto a sistema di vita. Padre Eligio (Vittorio Feltri). Libero.

Per fortuna Milano e alcune altre grandi città del Nord Italia sono riuscite a invertire la fuga di cervelli creando «un ecosistema che premia il talento e attrae gli investimenti: è questa la via da seguire. Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue. AdnKronos.

Cresciuto per decenni in questa particolare atmosfera, l’establishment italiano (in prima fila l’establishment culturale) si è dunque trovato prontissimo, dopo la fine della Dc e del Pci, a gettarsi nell’infatuazione europeistica più acritica. Trovandovi nuovo alimento non solo alla propria antica indifferenza, al suo disinteresse nei confronti di una dimensione nazionale giudicata ormai una sorta di inutile ectoplasma, ma per spingersi addirittura fino alla rinuncia della sovranità in ambiti delicatissimi come la formazione delle leggi. Ernesto Galli della Loggia, storico. Corsera.

Tito ha allungato le mani sul Friuli Venezia-Giulia, in particolare su Trieste, dove si è sacrificato l’ultimo nipote di Italo Svevo. L’indipendentismo minaccia la Sicilia e marchia la prima strage della nuova Italia: l’eccidio degli otto carabinieri della stazione di Feudo Nobile nel nisseno. Aldo Cazzullo, Corsera.

Il capitolo della mia relazione con la Canalis si chiude con la fine della storia: «Mi affacciai alla finestra e la vidi andare via ma, dopo pochi passi, inciampò e, cadendo, finì all’interno di un settimanale di gossip. Da quel giorno non l’ho più vista, se non dentro il giornale». Maccio Capatonda, comico (Chiara Maffioletti) Corsera.

Se credo in Dio? Non lo so, e non me lo chiedo. Per me l’importante è comportarsi bene, aiutare chi ne ha bisogno. Credo nelle brave persone. Se poi Dio esiste, sarà meraviglioso. Nadal, campione di tennis (Aldo Cazzullo). Corsera.

Da neurochirurgo sono chiamato a certificare le guarigioni nei casi di miracoli, quelli attestati dalla Santa Sede. Una volta mi consegnarono un faldone di carta. Dovevo accertare la guarigione di una donna che si presumeva miracolata da una persona in odore di santità. Si trattava di una paziente con una gravissima malformazione che, senza essere operata, era guarita dopo aver pregato in una grande manifestazione religiosa in Costa Rica. Feci tutte le analisi, mi consultai con altri esperti e, dopo molto tempo, firmai la mia conclusione: i tessuti di quella donna, dopo la scomparsa del male, erano ritornati intatti, elemento rarissimo in medicina. Non c’erano cicatrici, né residui. Non potei fare altro che accertare il fatto che per me, scienziato, si definisce «inspiegabile sul piano scientifico». L’autore del «miracolo» era Karol Wojtya. Fu, per me, una grande emozione scoprirlo. E, soprattutto, per me è stato un onore contribuire a dichiararlo santo. Giulio Maira, neurochirurgo (Roberta Scorranese). Corsera.

Un memoria gradita la richiama sicuramente ItaliaOggi (9 dicembre scorso, p. 19) ove il professor Gianfranco Morra fa uno straordinario elogio del genio assoluto di Blaise Pascal, uomo, cristiano, matematico, scienziato, filosofo, teologo e inventore di strumenti ancora in uso. Finalmente è stata pubblicata in italiano da Bompiani la sua Opera completa: 3.200 pagine di eccezionale e versatilissima ricchezza letteraria e universalmente umanistica. Gianni Gennari (Avvenire).

Dino Buzzati, dopo essere diventato famoso come scrittore, lavora ancora tanto «con le scarpe», come si diceva dei cronisti di una volta: dal delitto di Rina Fort, la «belva di via San Gregorio», al giallo Fenaroli, dalla caduta dell’aereo del Grande Torino sulla collina di Superga al crollo della diga del Vajont fino alla strage di piazza Fontana, Buzzati è lì col suo taccuino, spesso gomito a gomito con colleghi di dieci o vent’anni più giovani, nei quali forse rivede, non senza intenerirsi, la voglia di battaglia del suo tenentino di prima nomina. Ma non si tira indietro, non si risparmia, malgrado i galloni e lo status. Dino Buzzati, Maurizio Pilotti. Libertà.

Le confraternite nascono durante il Medioevo quando hanno un peso esclusivamente spirituale, poi con l’ingresso nella modernità il loro ruolo acquista una funzione sociale. Nel Cinquecento vita religiosa e sociale cominciano a intrecciarsi in un reticolo di esperienze straordinarie. Roma diviene l’epicentro di un welfare religioso sconosciuto in passato. Monsignor Vincenzo Paglia, comunità di Sant’Egidio (Antonio Gnoli), la Repubblica.

Checché ne dica Oscar Wilde, il necessario è più necessario del superfluo. Roberto Gervaso.