ItaliaOggi, 15 dicembre 2020
Periscopio
Italia è un Paese di innovatori, che nei secoli è stato capace di ripensare le tradizioni, l’artigianato, l’industria e persino la cucina. È grazie a questo spirito che l’Italia può vantare la seconda base industriale d’Europa. In tutto il mondo l’espressione Made in Italy è sinonimo di bellezza e qualità. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. AdnKronos.
D’Alema con coraggio afferma a Pendinelli e Sorgi nel loro libro Quando c’erano i comunisti che la lezione del Coronavirus dovrebbe spingerci a riscrivere completamente gli accordi europei, non potendoci certo accontentare dell’eccezione della flessibilità. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Quando poi nel 1959, al termine di picaresche traversie, Fellini consegna il rullo de La dolce vita, la lira è sul punto di ricevere l’Oscar delle monete e l’Italia assapora il profumo della rinascita. Saprà mai rifarlo? Aldo Cazzullo. Corsera.
«La situazione italiana contribuisce a deprimerti?». «Non voto da dieci anni. Nessuna illusione su un Paese che non me ne ha mai suscitate. L’Italia è una Nazione senza Stato che sta in piedi perché non sa da che parte cadere. Il suo destino è il ritorno alla condizione servile attraverso la colonizzazione. Quella economica è già in atto, se pensi che la Pernigotti, la cioccolata della nostra infanzia, è passata ai turchi». Roberto Gervaso, scrittore (Giancarlo Perna). Libero.
Il nostro bassista, Nicola «Ballo» Balestri, era minorenne e non poteva andare alle serate promozionali senza l’autorizzazione dei genitori; una sera si gettò dalla finestra di casa con l’ombrello, come Mary Poppins. Finì in ospedale. Cesare Cremonini, cantante (Aldo Cazzullo). Corsera.
Tutto ciò che hai già visto ti diventa noioso. Anche un film bellissimo, rivedendolo, ti annoia. Non ti fa più aspettare il seguito, non sei desideroso di sapere come va a finire. La nostra mente, per vivere, ha bisogno di stimoli nuovi, di cibi nuovi, di persone nuove. In realtà ha bisogno di desideri da soddisfare, di mete da raggiungere, di problemi da risolvere, di nemici da combattere. Cose che il mondo ha sempre dato con una continua differenziazione geografica, scientifica, politica culturale. Francesco Alberoni. Il Giornale.
In sede G20 il governo italiano proponeva di stendere, assieme all’Ocse, un trattato multilaterale denominato «Global legal standard» (Gls). Il senso era: si deve passare dal free trade al fair trade. Non basta che a valle il prezzo di un prodotto sia giusto (free trade), è necessario che a monte ne sia giusta anche la produzione, rispettosa di tante altre regole (fair trade). Ad esempio, all’articolo 4, si era scritto regole ambientali e igieniche. Il trattato fu votato dall’Ocse ma questa filosofia politica fu battuta dal «Financial stability board» (Fsb), ispirato dalla finanza come dice il nome stesso. La logica era questa: non servono nuove regole, se non qualcosa per la finanza. La vittoria del Fsb sul Gls ha drogato, con la finanza, la globalizzazione sfrenata per altri dieci anni. Oggi ne raccogliamo i frutti avvelenati. Giulio Tremonti ex ministro dell’economia (Andrea Indini). Il Giornale.
Americani, europei, giapponesi debbono essere coscienti del fatto che la delocalizzazione delle fabbriche verso le zone a basso salario non si sarebbe potuta verificare in assenza dei progressi educativi brasiliani, messicani, cinesi, thailandesi o indonesiani. Emmanuel Todd, Après l’Empire. Gallimard. 2013.
Scoprii per caso, a dieci anni, di essere stata adottata. Scovai una scatola con tutte le lettere che la famiglia di origine aveva spedito a quella adottiva, comprese le attestazioni degli aiuti in denaro. Pensa che mia madre non spese nemmeno un centesimo di quei soldi: li mise da parte per me. È stata una madre perfetta. Vivian Lamarque, poetessa (Roberta Scorranese). Corsera.
Anche nei colloqui con gli altri capi di governo Roosevelt cercava di non far trapelare la sua infermità, che poteva essere letta come un elemento di debolezza degli Stati Uniti. Ma non sempre gli riusciva. Spicca per disprezzo, Benito Mussolini, che al genero e ministro degli Esteri Galeazzo Ciano (la frase è annotata nei suoi diari) spiegò dopo un incontro col presidente americano: «Nella storia non si è mai visto un popolo retto da un paralitico. Si sono avuti re calvi, re grossi, re belli e magari stupidi, ma mai re che per andare al gabinetto o a tavola avessero bisogno di essere retti da altri uomini». Eppure questo re fragile e traballante riuscì a fare, come leader, quello che non poteva fare col suo corpo malato: rimise in piedi una nazione. Maurizio Pilotti. Libertà.
Fare rock’n’roll non significa più suonare chitarre distorte e tenere le casse in quattro quarti, ma avere il coraggio di dire sempre quello che si pensa, rischiando di perdere consensi. Prendere una posizione chiara, restare impermeabili: questo, oggi, è fare rock’n’roll. Emma Marrone, X Factor (Simonetta Sciandivasci). Il Foglio.
Questa macchina, il cervello, non solo è ben programmata ma è anche una macchina in continua evoluzione. Senza sosta. Basta pensare a che cosa avviene di notte. Mentre dormiamo, il cervello compie un’importante operazione: taglia una buona parte dei nuovi collegamenti che si sono creati durante il giorno e cancella le informazioni considerate irrilevanti. Fa una selezione, insomma. Ogni notte, le migliaia di miliardi di sinapsi della nostra corteccia si assottigliano di circa il 20 per cento. È un’operazione indispensabile per evitare che il cervello raggiunga un punto di ingolfamento informativo. Giulio Maira, neurochirurgo (Roberta Scorranese). Corsera.
I giovani non devono conoscere la musica dei vecchi. Io ho cominciato a 16 anni e non sapevo niente di niente, odiavo i cantautori, mi annoiavano i Beatles. Amavo soltanto la musica elettronica. Si parte sempre da ciò che si ama, il resto viene dopo, s’impara col tempo. Nicola Savino (Simonetta Sciandivasci). Il Foglio.
La mia vita è basata tutta sul rifiuto della realtà. L’ho sempre vista noiosa: mi sono rifugiato nella fantasia. È comune a molti comici una visione un po’ cinica del mondo che si manifesta nella voglia di prenderlo in giro. Maccio Capatonda, comico (Chiara Maffioletti). Corsera.
Il mio bisavolo Antonio Fiorentino tirava di coltello a ottant’anni. Morì su un marciapiedi di Porta San Gennaro mentre mangiava carrube che subito qualche sopravvenuto straccione raccolse e addentò alla sua salute. Giuseppe Marotta, L’oro di Napoli. Rizzoli. 1986.
Mai essere troppo sinceri in amore. Potremmo essere fraintesi. Roberto Gervaso.