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 2020  dicembre 13 Domenica calendario

QQWN50 Mistica dell’abbondante colazione

QWN50
Meglio saltare un pasto o fare una colazione abbondante? Il pesce va davvero considerato un supercibo? Da quando gli integratori sono diventati un rimedio per ogni male? Sfatare i miti sugli alimenti è l’intento del nuovo libro di Tim Spector, Presi per la gola. Docente di epidemiologia genetica, salito quest’anno agli onori della cronaca inglese per aver ideato un eccellente strumento per il tracciamento precoce del Covid-19, Spector ci guida verso un’alimentazione più consapevole. Il suo è un invito a comprendere come nel corso degli anni alcuni concetti sbagliati, frutto di una scienza superficiale o veicolati dalle multinazionali alimentari, siano diventati dogmi della nutrizione. 
Prendiamo ad esempio la prima colazione: che debba essere abbondante è un mantra che ci sentiamo ripetere fin da bambini, serve a «mettere in moto» il metabolismo. L’idea che saltare i pasti possa nuocere alla salute ha dominato per decenni. Difficile assolvere un certo marketing d’assalto e non pensare agli interessi miliardari dietro il breakfast business. Eppure, recenti meta-analisi hanno dimostrato che saltare la colazione – prolungando così il digiuno notturno – possa ridurre i livelli di insulina e aiutare alcune persone a perdere peso. 
Anche il caffè è sceso dal banco degli imputati: ricco di polifenoli antiossidanti e di fibre, in dosi moderate potrebbe perfino ridurre rischi cardiovascolari. L’esatto contrario di quanto sostenuto fino a poco tempo fa. Nel centro del mirino è invece il fenomeno degli integratori alimentari. Nati negli anni Trenta del secolo scorso, quando le carenze nutrizionali erano la norma, si sono moltiplicati all’infinito e negli USA sfuggono perfino alla rigida regolamentazione della Food and Drug Administration. Ciò significa che molti degli integratori disponibili non hanno passato test per verificarne sicurezza, utilità e perfino contenuto effettivo. Appare chiaro che non possa esistere una pillola magica per contrastare le conseguenze di un cattivo regime, mentre una dieta sana ed equilibrata – insieme all’esposizione alla luce solare per pochi minuti ogni giorno – conferisce il giusto apporto di vitamine al 99% delle persone. 
Interessante scoprire come la fama di supercibo attribuita al pesce abbia anch’essa avuto origine nel secolo scorso, quando il suo consumo aiutò a debellare la piaga del rachitismo. Da allora il favore del pubblico non ha fatto che aumentare: siamo tempestati di messaggi che sostengono il pesce come fonte di proteine nobili e grassi eccelsi (omega 3) per il benessere di cuore e cervello, avendo perfino poche calorie. Spector sostiene che non ci siano prove scientifiche che il consumo di pesce abbia effetti benefici, anzi un utilizzo eccessivo potrebbe addirittura esporci a dei rischi. È possibile che alcuni pesci selvatici di piccola taglia, come aringhe e sardine, possano far bene a molti e questo dipenderebbe dal microbioma, potente “organo” scoperto solo in tempi recenti. Immenso ecosistema di minuscoli organismi che vive nel nostro intestino, produce centinaia di sostanze chimiche che regolano il sistema immunitario, dunque hanno un impatto significativo sulla salute. 
Ognuno di noi ha il proprio microbioma con un patrimonio genetico unico e irripetibile, proprio come un’impronta digitale. Quando mangiamo, nutriamo anche il microbioma e gli effetti sono diversi da un individuo all’altro. Questa unicità introduce il concetto dell’impossibile esistenza di una «dieta miracolosa» applicabile a ognuno e mette seri dubbi riguardo alla validità delle linee guida stilate da ogni paese e rivolte a tutti senza distinzione. La risposta metabolica ai cibi varia da persona a persona e non può esistere un solo modo giusto di mangiare. La dieta è la medicina più importante a nostra disposizione: dobbiamo usarla nel migliore dei modi, deve essere varia, prevalentemente vegetariana, senza additivi chimici, da non intendere «a tempo determinato», ma come stile di vita da mantenere per sempre.