il Fatto Quotidiano, 12 dicembre 2020
Biografia di Louis Camilleri
Un risparmio fiscale di 193 milioni di euro in un anno. Guardando il bilancio di Ferrari NV, la holding olandese che controlla il gruppo di Maranello, è questo il merito maggiore di Louis Camilleri, il manager maltese con cittadinanza britannica appena dimessosi dalla guida della casa automobilistica per fare spazio a John Elkann. Camilleri verrà ricordato come l’uomo dello sconto fiscale, che è riuscito a far pagare alla Ferrari un’aliquota effettiva (tax rate) che tantissime piccole e medie aziende italiane si sognano: solo il 17%. Il merito non è tanto del fatto che Elkann abbia deciso di spostare la holding che controlla il gruppo Ferrari in Olanda, ma di una specifica agevolazione concessa dall’Italia. A settembre del 2018, nello stesso mese in cui Camilleri è stato nominato amministratore delegato in seguito alla scomparsa di Sergio Marchionne, Ferrari Spa ha infatti firmato un accordo di patent box con l’Agenzie delle Entrate italiana. Si tratta di uno sconto fiscale per le aziende che fanno soldi grazie allo sfruttamento di marchi e brevetti. In sostanza viene concessa un’agevolazione con l’obiettivo di evitare lo spostamento all’estero di beni protetti da copyright. E di asset del genere, a partire dal simbolo del marchio, il Cavallino Rampante, la Ferrari ne ha parecchi. Il patent box è offerto anche da altri Paesi europei, Olanda compresa. Come dire: probabile che se Roma non si fosse fatta avanti anche Ferrari Spa, la società che detiene la proprietà di marchi e brevetti del gruppo, sarebbe stata trasferita a caccia di sconti offshore. Di certo l’accordo quinquennale firmato con l’Agenzia delle Entrate, valido dal 2017 al 2019 e rinnovabile, è stata una benedizione per i conti del gruppo. Lo dice l’ultimo bilancio consolidato del 2019: “Le imposte sul reddito per il 2018 sono state di 16 milioni di euro, in diminuzione di 193 milioni di euro (o del 92,2%) dai 209 euro milioni per il 2017. La diminuzione delle imposte sul reddito è principalmente attribuibile all’impatto positivo di applicazione del regime fiscale Patent Box”. Il risparmio ottenuto da Camilleri, già ad e presidente di Philip Morris, nel cui cda sedeva anche Marchionne, ha permesso a Ferrari di risparmiare un bel po’ di soldi. Non solo nel 2018, anno di entrata in vigore dell’accordo, in cui la società ha cumulato anche lo sconto di cui non aveva beneficiato l’anno prima, ma da lì in avanti. Per calcolare il vantaggio complessivo ottenuto da Ferrari grazie allo sconto fiscale bisogna confrontare le imposte pagate nel 2017, quando il Patent Box non era attivo, con quelle versate l’anno scorso. Risultato? Nel 2017 l’aliquota effettiva era pari al 24,2%. L’anno scorso, come detto, è stata solo del 17%: quasi come una partita Iva in regime di flat tax.