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 2020  dicembre 12 Sabato calendario

Vanno forte i reggiseni senza ferretti e imbottiture

Il 2020 è stato un formidabile acceleratore dei cambiamenti in atto. Nella moda la cosa si è avvertita parecchio, e di conseguenza pure nella lingerie, un settore già impegnato in una revisione radicale dei propri parametri. Nessuno però s’aspettava l’importanza giocata dal lockdown in questa rivoluzione. «Io pensavo che in un momento del genere ciò che sta “sotto” gli abiti fosse poco considerato, e invece non è stato così», riflette Giorgia Fuini, responsabile ufficio stile corsetteria e nigthwear donna di Intimissimi, marchio del gruppo Calzedonia. Considerata la diffusione del brand in tutto il mondo – 1.543 punti vendita di cui 500 in Italia, oltre all’e-commerce in 24 Paesi – si capisce che le sue non sono semplici opinioni, ma valutazioni fatte sul campo. «Stando in casa le donne hanno cominciato a riconoscere le esigenze del loro corpo, ancora più che nei mesi precedenti. Per esempio, hanno capito l’importanza di indossare il reggiseno giusto, che stia loro bene, ma che le faccia pure sentire a proprio agio».
In effetti, è già da un po’ che si ragiona sul significato della bellezza e sullo “scopo” della lingerie: gli ultimi mesi hanno solo amplificato ancora di più il fenomeno. «Gli acquisti si sono spostati verso il comfort, le fibre naturali, l’abbandono di ferretti e imbottiture. Sembra che le donne siano passate dalla ricerca delle forme enfatizzate a ogni costo al “sono così come sono”. Quindi sono meno inibite nel mostrarsi al naturale. È un discorso più ampio e globale: oggi ci si rifiuta di apparire ciò che non si è. Segno di un grande desiderio di emancipazione».
Un bel cambio, rispetto al modello di bellezza senza difetti e all’occorrenza plastificato che ha dominato negli ultimi anni. Ed è in questo contrasto che sta la vera innovazione. «Come sempre accade nella moda, si tratta di cicli», spiega Maria Canella, docente di Storia contemporanea all’Università statale di Milano. «L’idea di una bellezza tale proprio perché naturale è quella rappresentata nelle statue dell’epoca classica, ed è la stessa che guidava l’estetica dell’epoca napoleonica, giusto per citare i precedenti più antichi. Questo ritorno al corpo per quello che è, e a vivere la propria fisicità senza patemi, oggi colpisce tanto perché è messa a confronto con il dogma del corpo perfetto imperante fino a poco fa. È una rivendicazione delle donne che si riappropriano del loro aspetto, della loro età, e del modo in cui vogliono apparire».
In altre parole, non intendono più cambiare per chicchessia. «Ora sono loro a scegliere cosa comprare e come abbinare i diversi pezzi, non noi», concorda Giorgia Fuini. «Per questo credo che l’intimo possa farlo solo una donna: solo lei sa come cambia il corpo negli anni, sa essere flessibile e riconoscere i cambiamenti sociali che coinvolgono madri e figlie, senza perdere di vista la necessità di “seguire la moda”, un termine che ha un significato molto diverso rispetto al passato anche recente». Sono cambiate le priorità, riflette la designer. «Mai come quest’anno le donne hanno imparato ad accettarsi, e chi le guarda a vederle belle a prescindere. Sicuramente il nostro lavoro è più complesso: oggi le donne si sentono belle se sono comode; dunque si parte da qui, dalle loro esigenze, per farle sentire uniche. A prescindere da età e taglia». Il nuovo principio guida della lingerie perciò è l’individualità, conclude Maria Canella. «Dopo anni di imposizioni, le donne sono tornate a “creare” il loro modo d’apparire. E questa è una gran bella tendenza».