ItaliaOggi, 11 dicembre 2020
Periscopio
E i soldi chi me li dà? Gente di cuore è più numerosa di quanto non si pensi. Non voglio invece nulla dalle istituzioni. Padre Eligio (Vittorio Feltri). Libero.
«Abile, disabile o handicappata? Quale definizione le si attaglia di più?». «Disabile. Sono una persona nana. Per me è un aggettivo, non una parolaccia». Francesca Moscardo (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Un paio di volte mi sono sognato in campo con un mestolo in mano: un’angoscia! Tu pensa la testa... Adriano Panatta, tennista (Gaia Piccardi). Corsera.
È molto importante garantire ai giovani italiani l’opportunità di trovare un lavoro gratificante. Troppi laureati scelgono di lasciare il Paese perché non riescono a trovare il lavoro che meritano, mentre molti altri non dispongono delle competenze che il mercato richiede loro. Von der Leyen, presidente della Commissione Ue. AdnKronos.
Con la radicalizzazione degli schieramenti, i giornali che un tempo ti difendevano, anche se dicevi cose scomode, hanno smesso di farlo. Pure l’Ordine dei giornalisti non ti difende più. Quando D’Alema mi querelò per tre miliardi di lire per la vignetta in cui sbanchettava la lista Mitrokin, Ezio Mauro, direttore di Repubblica, non mosse un dito per difendermi. Rischiavo che la magistratura di sinistra mi condannasse al pagamento della somma, senza copertura del giornale. Inoltre, per avere ironizzato sull’allora premier e capo dei comunisti, cominciarono a darmi del fascista e berlusconiano. Giorgio Forattini, vignettista politico (Giancarlo Perna). Libero.
Hollywood Babilonia (questa straviziata Wonderland dello star system, la città di cartapesta in cui agli ospiti non si servono pasticcini ma vassoi di droghe assortite, e dove un Harvey Weinstein ingordo di sesso molestava attrici e attricette smaniose di successo) è stata sempre una città vietata ai minori. E Belushi era effettivamente un consumatore abituale e compulsivo di droghe pesanti. Questo gli complicava la vita sul set e in famiglia o con gli amici. Non era l’unico, naturalmente. Diego Gabutti (Informazione corretta)
Sono finito per studiare a Firenze su indicazione di un mio professore di liceo. Gli confessai che avrei voluto studiare filosofia. Mi sconsigliò con fermezza e poi si rassegnò, dicendomi: almeno vada via da Napoli. Pensavo di fare il concorso alla Normale di Pisa, volevo studiare e laurearmi con Delio Cantimori. Ma seppi che si era trasferito a Firenze. La cui università vantava maestri di primissimo piano. Michele Ciliberto, biografo di Giordano Bruno (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Nel salotto di casa Bellonci per rompere la noia ideano il premio Strega: vince Ennio Flaiano con Tempo di uccidere. Sulle pagine della rivista Candido l’estro umorale di Giovannino Guareschi lancia le avventure di Peppone e don Camillo. Aldo Cazzullo. Corsera.
Fin che la barca va è la canzone che mi identifica, eppure non mi piaceva... Non diciamo quante copie ha venduto che poi sono sempre sottoposta a tasse in più... Io volevo una canzone d’amore e a me quel testo non piaceva. L’ho fatta a malincuore, meno male che mi ha convinto mia mamma. Orietta Berti, cantante (Renato Franco). Corsera.
«Il vero problema, è quello di sempre. Basteranno le nostre pistole a rovesciare questa vecchia società come un guanto? Riusciremo ad affidare, come diceva Gorkiji, i fucili al popolo?». «Più che fucili, ora il popolo gradirebbe buoni-benzina» obiettò Mario. Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.
Il nobile compromesso che ha impedito la guerra civile nel primo dopoguerra ha pian piano generato una saldatura poi una fusione genetica e, alla fine, ha dato vita a un mostro, un Frankenstein formato da pezzi di cattolicesimo, fascismo e comunismo, che cammina da solo e seguita a nutrirsi con la stessa dieta di un tempo. Divora dignità individuali, mangia la libertà di scelta, diffama e degrada sempre l’anticonformismo. Esalta in compenso lo sberleffo, l’insulto, l’insinuazione: proiettili da fiera e da incubo che si possono lanciare a costo zero e a rischio zero. Paolo Guzzanti, I giorni contati. Baldini&Castoldi, 1995.
Chiusa dietro a mio padre la porta di questo mondo, mia madre parlò alla zia Luisa del seppellimento. «Voi che siete sua sorella, e che possedete una tomba di famiglia a Poggioreale, non potete accogliervelo?», disse. La zia Luisa era una gelida vecchietta con la quale spero non mi sia riservato nessun incontro ultraterreno. Rimproverò mia madre per la sua vanità, le raccomandò di adeguarsi al nostro nuovo stato, dichiarò che il collocamento di suo fratello nella tomba dei Nardi esigeva costosissime pratiche, e lasciò capire che io avrei potuto recarmi alla sua villa tutti i pomeriggi, per ritirare gli avanzi del pranzo. Giuseppe Marotta, L’oro di Napoli. Rizzoli, 1986.
Lella Costa una volta mi ha detto che dopo l’adolescenza della prima figlia, pensava che quella delle altre sarebbe stata in discesa e invece no: ogni adolescente ti fa a pezzi daccapo, a modo suo. Per fortuna ho soltanto una figlia. Nicola Savino (Simonetta Sciandivasci). il Foglio.
In bilico sulla lama tra passato e futuro, Milano sanguina spesso e volentieri. E si scopre avida di denaro, corrotta, spietata, vendicativa. Scerbanenco la racconta come nessuno aveva fatto prima. Le tre «esse» della cronaca nera. Nelle sue pagine niente golpe e servizi segreti deviati, i poliziotti sono tutti brava gente, costretti a fare uno sporco mestiere, ma retti, onesti, affidabili. I delitti arrivano dalle tre «esse» che hanno dato da mangiare a generazioni di cronisti di nera: sesso, soldi e sangue, quest’ultimo inteso come passione andata a male, come rosso che ti va agli occhi e ti fa fare una pazzia. Maurizio Pilotti: Libertà.
La discriminazione in quanto donna è uno dei miei temi di ricerca. Guardiamo il quadro d’insieme. Essendo io di famiglia benestante, ottime scuole, sono stata sostenuta nel lavoro e nella carriera da tanti uomini. Eppure sono stata anche violentata due volte, ho subito molto spesso molestie sessuali e ho sopportato molti altri tipi di umiliazione. Martha C. Nussbaum, filosofa Usa (Roberta Scorranese). Corsera.
Un giorno arrivò la telefonata di Saul Bellow. Mi invitava a una passeggiata in Washington Square. L’avevo intervistato qualche mese prima, a Milano, ed era cominciato tra noi uno scambio giocoso, fondato sulla curiosità di scoprire chi fosse veramente l’altro. Edmund Wilson, di passaggio in città da Cape Cod, mi invitò a pranzo all’Algonquin Hotel. Margheria Bulgheroni, prima traduttrice dei Beatles (Roberta Scorranese). Corsera.
Per quanti sforzi faccia, non riesco a non credere in Dio. Roberto Gervaso.