la Repubblica, 9 dicembre 2020
Il grande ingorgo dei regali di Natale comprati online
Mancano camion e autisti. Gli aerei cargo – malgrado viaggino 24 ore su 24 e con la stiva stracarica – non bastano. E Babbo Natale, causa overdose di pacchi, sta lottando contro il tempo per riuscire a consegnare i regali senza ritardi. L’era in cui bastavano slitta e renne per arrivare puntuali al 25 dicembre è un ricordo del passato. La pandemia ha fatto esplodere l’e-commerce. E la corsa della macchina della logistica per star dietro al boom – «in questi giorni ci aspettiamo in Italia un +50% di spedizioni rispetto al 2019», dice Nazzarena Franco ad di Dhl Express Italy – è tutta in salita.
I numeri dell’ingorgo natalizio sono impressionanti: negli Usa la domanda a dicembre (dati ShipMatrix) è pari a 86 milioni di pacchi al giorno ma la filiera dei trasporti è in grado di assorbirne solo 79. Come dire che ci sono 7 milioni di spedizioni in eccesso che finiscono in lista d’attesa per le 24 ore successive. In Italia, dicono i tecnici del settore, la situazione (ed è la prima volta) è uguale. E molti dei giganti dell’e-commerce – nel timore di non riuscire a portare i pacchi prima della vigilia – hanno già messo le mani avanti annunciando che sarà complicato, in queste feste così particolari, rispettare i tempi di consegna.
«Le aziende stanno facendo tutto quello che si può per far fronte a questo boom – assicura Silvia Moretto, vice-presidente di Confetra, l’associazione della logistica tricolore –. Ma la flotta e le infrastrutture, vale anche per gli aeroporti, hanno una capacità fisica limitata». Chi può, si attrezza: Ups ha assunto a tempo determinato negli Usa 100 mila persone per far fronte a questa valanga di pacchi, Fedex 70 mila. Amazon offre fino a 3 mila dollari di buon-entrata per trovare gli stagionali necessari. Le compagnie aeree – con il traffico passeggeri fermo – hanno riconvertito 2 mila jet in velivoli cargo, togliendo i sedili per stivare le merci. «L’ha fatto persino la Emirates con i suoi giganteschi A380 a due piani!», racconta Giovanni Costantini, senior cargo manager di Sea alla Malpensa. Poste Italiane – che tra gennaio e agosto hanno consegnato in media quasi 200 mila pacchi al giorno (ma in questi giorni si viaggia con cifre a sei zeri) – hanno rafforzato la flotta aerea e messo in strada per il Black Friday ben 3 mila mezzi. «Dhl ha aumentato la capacità produttiva di 12 volte – spiega Franco – e ha dato lavoro a 800 persone in più in queste settimane».
Lo “shipageddon” – l’Armageddon delle consegne natalizie, come l’ha battezzato il New York Times – ha una spiegazione semplice: l’esplosione, complice la pandemia, della spesa online in ogni angolo del pianeta. Gli americani ordineranno con un clic tra “venerdì nero” e 25 dicembre 189 miliardi di regali, il 33% in più del 2019. L’e-commerce in Italia balzerà nel 2020 del 30% circa a 23,4 miliardi. Nei 30 giorni prima del Natale sono in consegna nel nostro paese circa 70 milioni di pacchi di cui quasi 15 a Milano e 7 a Torino.
Fedex & C. hanno provato a prevenire lo tsunami con una campagna per incoraggiare gli acquisti anticipati, accompagnata – come arma di dissuasione – da sovrapprezzi sulle spedizioni che crescono mano a mano che ci si avvicina al 25 dicembre. E quasi tutti hanno iniziato a lavorare 24 ore su 24 e sette giorni su sette, anche in Italia. Ma è servito a poco. «Il traffico di voli cargo a Malpensa è così intenso che qualche volta abbiamo persino problemi a trovare un parcheggio in piazzola per tutti», ammette Costantini. Il fiume in piena di pacchi in viaggio è monitorato passo-passo da codici a barre che garantiscono tempi e modi della consegna e tutto è cronometrato al secondo con precisione elvetica. «Ma basta la neve dei giorni scorsi, un server in panne o la chiusura per una notte di un aeroporto come è successo a Lamezia a fine novembre per rischiare di mandare in tilt l’intero sistema», dice un manager del settore.
Lo stress-test decisivo arriverà nei prossimi giorni, quando scatterà la corsa ai regali dell’ultimo minuto e aumenterà la pressione su tutta la filiera (e sui centri cittadini paralizzati dai furgoni parcheggiati in doppia fila) per consegnarli entro il 25 dicembre. E una volta arrivati a Santo Stefano – al netto dei pacchi in ritardo da consegnare – non ci sarà tempo per riposare. Archiviato Natale, i giganti del settore dovranno affrontare una sfida ancora più importante: la complessa consegna in ogni angolo del pianeta dei vaccini antiCovid. Il vero regalo che il mondo aspetta da oltre un anno.