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 2020  dicembre 09 Mercoledì calendario

Chailly e il successo in tv

Entusiasta il mondo della televisione per aver bissato il successo di ascolti di Tosca dello scorso anno (2.608.00 telespettatori pari al 14,7% di share quest’anno e 2.856.000 con il 15% di share l’anno scorso); soddisfazione all’interno della Scala per la riuscita di un’operazione che tutti ritengono un unicum dettato dalla pandemia. 
Maestro Chailly, il teatro d’opera si è messo al servizio della tv? 
«Quella tra teatro e televisione dev’essere una mutua collaborazione. La tv è entrata nel nostro teatro e ci ha seguiti con una tecnologia avanzata. Tutto ciò che può essere di aiuto e di supporto per chi non è vicino al mondo della lirica è utile e necessario». 
Allora è un esperimento che sarà ripetuto?
«Abbiamo portato avanti questo progetto per senso di responsabilità dettato dall’avere la guida del teatro. Un progetto realizzato con un’orchestra di eccellenti musicisti che conoscono esattamente il mio stile interpretativo; tuttavia è un progetto dettato dall’emergenza. La nostra è una professione pubblica, ma la Scala non è questo: questi sono frammenti di ciò che ci appartiene». 
Perché non ripeterlo fuori cartellone?
«Si può pensare a ciò solo dopo che saremo tornati alla normalità, a fare opera come si deve. La distanza tra me e i coristi era di 26 metri; enorme quella tra gli ottoni e gli strumentini: questo complica il far musica». 
Ora la lirica cosa si aspetta dalle televisioni?
«Ho diretto vent’anni in Olanda. Ogni giugno inauguravamo l’Holland Festival con l’orchestra del Concertgebouw e questo avvenimento andava in diretta tv come dato acquisito. Ogni domenica mattina la tv di Stato trasmette un programma di classica. Da quando ci sono Rai5 e Raicultura anche da noi ci sono segnali di collaborazione». 
Le reazioni tra pubblico televisivo e melomani sono differenti…
«Non mi sorprende. Al pubblico dei melomani bisogna far capire che è stato uno spettacolo creato in fretta, per esserci; non si continuerà su questa strada. Tuttavia, “Regnava nel silenzio” da Lucia di Lammermoor cantata da Lisette Oropesa si è sentita nella versione originale, con cinque battute in più. I dati di ascolto molto alti, come l’anno scorso, e sono un segnale importante di continuità». 
Si può fare educazione musicale in tv?
«Penso ai giovani, che hanno gusti legati ad altri generi e ieri sera si sono trovati di fronte questo spettacolo: è stata accesa per loro questa luce cognitiva». 
Il Covid cambierà la fruizione musicale?
«Mi auguro che tutto ritorni quello che era, ma con la consapevolezza che ciò sarà un privilegio. L’avanzamento tecnologico è solo un accrescimento. La presenza è imprescindibile». 
Forse rimarrà la didattica a distanza.
«Nell’educazione musicale l’interazione tra i giovani è fondamentale, il loro scontro di caratteri, la condivisione. Quindi spero che i sistemi attuali non diventino sistema». 
A dicembre altri due appuntamenti, poi? 
«Abbiamo programmato tante volte, ma non riusciamo ad annunciare nulla». 
Tra le ipotesi, comunque, ci sono il Così fan tutte diretto da Pappano e, più avanti, un Barbiere di Siviglia di Chailly.