ItaliaOggi, 8 dicembre 2020
In Cina la mega fabbrica di maiali
In Cina, il colosso della carne suina, Muyuan Foods, sta completando il più grande allevamento di maiali del mondo: 21 edifici multipiano capaci di ospitare 84mila scrofe con la relativa prole e garantire una produzione stimata in 2,1 mln di suini l’anno. La nuova «fabbrica di maiali» in costruzione in una zona rurale vicino alla città di Nanyang, nella Cina centrale, sarà circa dieci volte la dimensione di un tipico allevamento intensivo degli Stati Uniti d’America.Con questo progetto la società cinese sta seguendo la strada della concentrazione, cercando di allevare in un singolo luogo molti animali, una strategia che spazza dal campo le piccole fattorie tradizionali colpite dalle recenti epidemie di malattie animali. Il rischio di allevare così tanti maiali in un solo sito, con la peste suina africana che sta colpendo diverse zone del pianeta e che lo scorso anno ha dimezzato i maiali cinesi, è di poter registrare perdite rilevanti, ma la tecnologia e l’organizzazione dei moderni allevamenti hanno spinto il colosso orientale a scegliere questa modalità di allevamento. All’interno della mega fattoria ad alta densità c’è tanta automazione e la scommessa è che la tecnologia possa tenere lontano le malattie aumentando l’efficienza produttiva, così da soddisfare la fame di carne che c’è nella Repubblica popolare.
La peste suina africana ha fatto salire i prezzi della carne di maiale e realtà come Muyuan Foods hanno registrato un forte aumento dei profitti (3 mld di euro nei primi nove mesi dell’anno), reinvestiti in impianti industriali come questo. «Abbiamo raggiunto un periodo molto favorevole per lo sviluppo. I prezzi dei suini sono molto alti, i nostri profitti sono buoni e il flusso di cassa è ampio», ha confermato alla Reuters, Qin Jun, vice direttore generale di Muyuan.
Se il progetto farà centro è probabile che anche altri allevatori cinesi seguiranno l’esempio del mega impianto di Muyuan e la Cina, principale consumatore mondiale di carne di maiale, potrebbe ridurre gli acquisti dall’estero. «Impiegheremo meno personale e utilizzeremo più tecnologia», ha aggiunto Jun, spiegando che saranno implementati sistemi di alimentazione intelligenti con la sterilizzazione del mangime e robot per la pulizia del letame, oltre a telecamere a infrarossi capaci di rilevare quando i maiali hanno la febbre. Il colosso cinese, nato nel 1992 come piccola fattoria familiare, ha in programma investimenti miliardari, con la pianificazione di 55 nuovi allevamenti di suini su mille ettari.