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 2020  dicembre 06 Domenica calendario

Hoepli, dai manuali all’online

Chiunque altro si sarebbe scoraggiato: arrivare in una città in festa, dopo aver acquistato per corrispondenza una libreria, dove la gente parla una lingua che capisci a malapena e fatichi a trovare qualcuno che ti dia retta. È il 7 dicembre 1870 e Ulrico Hoepli ha appena acquistato una libreria a due passi dal Duomo. Ha solo 23 anni ma è nel commercio librario già da quasi dieci anni, dopo aver lasciato a 14 anni la natìa Tuttwil (Svizzera interna) per fare esperienze librarie che lo hanno portato in giro nei Paesi di lingua tedesca e infine al Cairo per riordinare la Biblioteca del Kedivè d’Egitto. Col denaro messo da parte acquista una libreria già avviata in Galleria De Cristoforis. Sono passati tre mesi dalla breccia di Porta Pia e l’Italia si presenta come un Paese complicato, ma ricco di possibilità. All’attività libraria affianca dall’anno successivo quella editoriale pubblicando una grammatica francese. Compie qualche errore di gioventù – è imbrogliato dai monaci di Cava de’ Tirreni che non gli pagano la riproduzione di un antico codice, apre con troppa fiducia filiali a Pisa e Napoli che deve rapidamente rivendere – ma tutto sommato sono molto pochi. Imbocca da subito la via maestra della divulgazione tecnica e scientifica, specie dopo l’incontro con Giuseppe Colombo, teorico dell’industrializzazione italiana e autore del Manuale dell’ingegnere (1878). Soprattutto importa in Italia la formula editoriale dei manuali (Handbook Handbuch) che gli dà imperitura gloria. Ancora oggi si associa il nome di Hoepli ai manuali, anche se in quel formato (10 x 15 cm) non si pubblicano più da sessant’anni.
Gaetano Negri, già sindaco di Milano e senatore del Regno, oltre che impareggiabile traduttore per Hoepli del Pierino Porcospino, se ne accorge quando, nel 1896, si celebrano i venticinque anni dell’editore. Negri individua la specificità di Hoepli nel panorama editoriale italiano: «il carattere eminentemente scientifico, che costituisce l’originalità della sua fisionomia». Inoltre divide la produzione hoepliana in due gruppi: «la prima è quella di servire la scienza e l’arte nelle loro forme più cospicue» e cita i Monumenti antichi, pubblicati a cura dell’Accademia dei Lincei, e il Codice Atlantico di Leonardo. Non gli sfugge però che «un pensiero originale», nuovo per l’Italia, cioè la collana dei Manuali Hoepli, che, attraverso il numero sempre crescente di discipline trattate, «costituirono una specie di enciclopedia». Un concetto ripreso da Ulrico Hoepli nel 1913, introducendo un catalogo che raduna i primi 1.200 Manuali. Così scrive: «I Manuali Hoepli sono un’Enciclopedia permanente di scienze, lettere ed arti perché la loro grande diffusione permette all’editore di rinnovarli e rifarli continuamente». Da notare sia l’organicità dell’insieme, dove con la stessa formula sono presentati manuali scritti da pionieri dell’industria come Giacinto Motta, Il telefono (1904) o Emanuele Jona, Cavi elettrici sottomarini (1896), piuttosto che volumi dedicati allo spiritismo o alla chiromanzia, in un afflato positivista che a volte fa tornare in mente Bouvard e Pecuchet.
Il successo dei Manuali non deve far dimenticare che Hoepli è l’editore di opere come la sterminata Storia dell’arte italiana (1901-1941) di Adolfo Venturi, la prima a utilizzare le riproduzioni delle opere in modo sistematico, o di bestseller come Luigi Barzini, La metà del mondo vista da un’automobile. Da Pechino a Parigi in 60 giorni (1908), prontamente tradotto in otto lingue.
La Prima guerra mondiale lascia qualche strascico ed Hoepli, pur restando tra i massimi editori italiani – è anche scelto da Mussolini per l’edizione definitiva dei suoi Scritti e discorsi (1933-1939) – non ha più la centralità nel nostro panorama editoriale che aveva prima della guerra. Ormai anziano dona alla città di Milano, a suo imperituro ricordo, il Civico Planetario (1930), dove generazioni di milanesi hanno imparato a riconoscere le costellazioni e, senza figli, prepara la sua successione chiamando accanto a sé il nipote Carlo. Alla sua morte (1935) il catalogo editoriale è rinnovato con autori come Cecchi, Berenson, Arnheim, Tucci, Guenon, ma la Seconda guerra mondiale colpisce duramente la casa editrice che prima perde il magazzino (1942), poi la nuova sede di via Berchet (1943). Tocca allora alla terza generazione, ed è la volta di un nuovo Ulrico (1906-2003), scommettere sul futuro quando tutto pareva perduto. A guerra non ancora finita acquista il terreno dove è edificata l’attuale Libreria Hoepli sopra la quale ha sede la Casa editrice. Nel periodo della ricostruzione Hoepli, oltre alla manutenzione dei suoi longseller, pubblica nuove opere come Spazio, tempo e architettura (1951) di Sigfried Giedion o l’Enciclopedia pratica per progettare e costruire (1951) di Richard Neufert o Costruire correttamente (1955) di Pierluigi Nervi.
Il passaggio dal dopoguerra al boom economico avviene simbolicamente nel 1958, con l’inaugurazione dell’attuale sede della Libreria Internazionale Ulrico Hoepli, opera di Luigi Figini e Gino Pollini, destinata a diventare una delle più grandi e belle d’Europa con i suoi cinque piani di libri che arrivano da tutto il mondo. Sono gli anni delle pubblicazioni più tecniche, dei grandi dizionari, dell’ingresso della casa editrice nel mondo della scolastica.
A Ulrico succede Ulrico Carlo (1935-) che dà un diverso respiro al catalogo, aprendolo a nuovi segmenti di mercato e preparandolo a un mondo globale. Il XXI secolo è sinonimo di digitalizzazione del libro, di vendite online. Scommesse che toccano alla quinta generazione di Hoepli, Giovanni, Matteo e Barbara, che ereditano una tradizione ma la rinnovano con la propria passione, dedizione e competenza.
Quale è il filo rosso di questi primi 150 anni? Credere nella centralità del libro come pietra angolare della società; da qui l’impegno in tutte le associazioni di categoria (il primo Ulrico fu tra i fondatori della SIAE), un forte spirito di appartenenza non disgiunto da un anticonformismo verso le mode editoriali e da una grande attenzione verso le trasformazioni sociali, tecniche e scientifiche. «Hoepli 150: creare il futuro oggi» è stato lo slogan scelto per questo anniversario giubilare. Albert Einstein, che nei suoi anni milanesi fu un cliente della Libreria Hoepli, lo diceva in un altro modo: «Non penso mai al futuro, arriva sempre così presto».