Il Sole 24 Ore, 6 dicembre 2020
L’Argentina sceglie la patrimoniale
Una misura emergenziale. L’Argentina sceglie la Patrimoniale. Nel Paese sudamericano fiaccato dal Covid e spesso in bilico tra default ed (effimera) ripresina, il Senato ha convertito in legge un progetto riguardante un Contributo solidale e straordinario, una tantum, per mitigare gli effetti della pandemia. La tassazione riguarda i soggetti in possesso di patrimoni superiori a 200 milioni di pesos (oltre due milioni di euro).
Il provvedimento è stato approvato con 42 voti della coalizione filogovernativa peronista “Frente de Todos” e 26 contrari dell’opposizione di centro-destra.
I promotori della nuova legge si propongono di raccogliere circa 300milioni di pesos (oltre tre miliardi di euro) che saranno investiti in progetti produttivi e sanitari. Il meccanismo approvato prevede una imposta del 2% sui patrimoni delle persone fisiche che hanno dichiarato al momento della promulgazione della legge oltre 200 milioni di pesos. L’aliquota aumenterà progressivamente per patrimoni maggiori, fino ad un massimo del 3,5% per quelli superiori a 3mila milioni di pesos (30 milioni di euro). Gli avversari politici della Legge Patrimoniale sostengono che il provvedimento danneggerà gli investimenti delle imprese.
Il presidente della Commissione Bilancio e Finanze, Carlos Caserio, ha dichiarato che l’iniziativa «darà un grande impulso economico all’Argentina». Il Paese, ha concluso, sta «uscendo da questa pandemia come si fosse trattato da una guerra mondiale, con migliaia di morti e un’economia molto danneggiata».
La povertà in Argentina ha raggiunto alla fine del terzo trimestre del 2020 il 44,2% della popolazione, in aumento del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. È quanto emerge da un rapporto dell’Osservatorio sociale dell’Università cattolica argentina (Uca). «Per effetto della crisi del Covid-19 – si legge nel rapporto – le capacità monetarie delle famiglie argentine hanno registrato un peggioramento brusco e pronunciato, con effetto regressivo su povertà e indigenza».
Secondo il Rapporto «il nuovo scenario ha paralizzato gli investimenti, i consumi e la disponibilità di posti di lavoro nell’economia formale, rallentando qualsiasi attesa di riattivazione, e danneggiando la piccola e media impresa». La relazione diretta tra informalità economica, povertà e escusione sociale genera risultati inquietanti.
Il direttore dell’Osservatorio sociale dell’Uca, Agustín Salvia, ha assicurato che «senza il Sussidio universale per il figlio (Auh), il Reddito famigliare di emergenza (Ife), la tessera alimentare, e il resto dei sussidi approntati dal governo, l’indigenza sarebbe stata il doppio e la povertà sarebbe salita al 53%». Salvia ha sostenuto infine che «è necessaria una crescita economica e un patto economico-sociale per creare occupazione perché altrimenti non ci sarà alcuna possibilità di uscire dalla povertà».