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 2020  dicembre 06 Domenica calendario

La Danimarca ferma le trivelle nel Mare del Nord

Il nord Europa manda segnali per l’ambiente. La Danimarca ha annunciato lo stop alle estrazioni di petrolio e gas nel Mare del Nord, che entro il 2050 saranno completamente e progressivamente chiuse. L’accordo, blindato con una larga maggioranza dal Parlamento danese, porterà alla cancellazione delle trattative tuttora in corso per le licenze, oltre che per quelle future, in modo da arrivare a spegnere tutti gli impianti entro i prossimi trent’anni. Quindi, per il momento le trivellazioni andranno avanti, ma non ne saranno autorizzate di nuove. Oltre alla deadline prevista per la metà del secolo.
Malgrado il settore delle energie rinnovabili, eolico in primis, sia particolarmente avanzato, le energie fossili rappresentano una voce importante nell’economia danese. Il Paese, infatti, è il primo produttore Ue di oro nero, e non solo: ogni giorno ne vengono estratti 83 mila barili, più altri 21 mila equivalenti di gas, nelle 55 piattaforme localizzate sui 20 diversi siti. Secondo le statistiche divulgate dal governo, tra il 2016 e il 2017 (l’ultima data in cui è stata effettuata la rilevazione), nel settore sono impiegate quattromila persone, anche se prendendo in considerazione altre stime, tra impiegati diretti e indotto, il numero supererebbe le diecimila. Da quando la Danimarca ha avviato le estrazioni nel Mare Del Nord nel 1972, a oggi, nelle casse dello Stato sono arrivati 72 miliardi di euro. Cifre che hanno avuto un ruolo importante nella costruzione del welfare del Paese, tra i più avanzati del mondo. Lo scorso anno gli introiti erano stati di 800 milioni di euro. Ecco perché è stata posta molta attenzione alle perdite che l’accordo porterà: le stime parlano in un miliardo e mezzo di euro. La sfida, che comincia ora, sarà riconvertire tutto sulle energie rinnovabili.
Ad approvare l’atto, un voto largo, trasversale tra maggioranza e opposizione all’interno del Folketing, il parlamento danese. Il ministro per il Clima e l’Energia, Dan Jørgensen, ha commentato spiegando che «vogliamo mostrare come possa essere ambiziosa e al contempo bilanciata l’uscita dalle energie fossili, tenendo in considerazione sia l’urgenza del cambiamento climatico che una forte attenzione per le persone impiegate nel settore». Eppure, non tutti esultano. Per esempio, Greta Thunberg ha twittato «La vera notizia è che la Danimarca continuerà a estrarre combustibili fossili per altri trent’anni». E poi c’è un dubbio di fondo. La legge avrà effetti solo sul Mare del Nord, dove, secondo alcuni analisti, le riserve sarebbero ormai agli sgoccioli, e non in Groenlandia, territorio autonomo, parte del Regno di Danimarca. Qui, infatti, potrebbero trovarsi grosse riserve di gas e petrolio, di cui al momento non si conosce l’esatta localizzazione, ma che sarebbero in procinto di diventare accessibili, nei prossimi decenni, per via del cambiamento climatico.