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 2020  dicembre 04 Venerdì calendario

Periscopio

Un nero volo di uccellacci frenetici attraversa improvvisamente il cielo vertiginoso. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Einaudi, 1978.
Quando ero giovane venivo più sedotto. Ma non parlo mai di donne: detesto gli uomini che lo fanno. Lo trovo così di cattivo gusto. Adriano Panatta, tennista (Gaia Piccardi), Corsera.

Da noi non sono frequenti le persone che credono in sé; sono frequenti le persone che non credono negli altri. Non è la stessa cosa. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli, 1992.

Nel mare c’è posto per tutti: per l’ottusa balena o l’astuto delfino. Perché prendersela e lasciarsi intimorire? Nantas Salvalaggio, Il salotto rosso. Mondadori, 1982.

L’era dei rinvii, delle mezze misure, degli espedienti ingannevolmente consolatori, dei ritardi è da considerarsi chiusa. Ora inizia il periodo delle azioni che producono delle conseguenze. Winston Churchill.

George Orwell capì che fascismo e comunismo erano la stessa identica cosa e questa consapevolezza diede forma alle sue ultime prove letterarie: La fattoria degli animali («molte copie del libro furono confiscate dalle autorità militari americane in Germania, che le consegnarono all’esercito russo affinché le distruggesse») e 1984 («la summa di quanto Orwell aveva appreso sul terrore e sul conformismo in Spagna, sul sadismo a scuola e in Birmania, sulla propaganda e la falsità in decenni di battaglie politiche, sullo squallore e la degradazione che aveva conosciuto mentre scriveva» i suoi classici reportage «sulla condizione dei lavoratori delle fabbriche e delle miniere di carbone»). Capì, soprattutto, come funzionava il gioco. Diego Gabutti. Informazione corretta.

La Pravda aveva annunciato la morte improvvisa di Abram Stukijc, un supercapo dei servizi di spionaggio. Era stato avvelenato alla Lubjanka con dei cioccolatini, per caso cosparsi di cianuro. «Crisi cardiaca», era stato dichiarato. Ovviamente non mancarono i casi personali,mascherati da ragioni politiche, come quello di Evgenia Ezovi, avvelenata per ordine del marito (un potente capo della Lubianka), sospettata come ebrea di spionaggio a favore dell’Occidente. Aldo Forbice, la Verità.

Per quattro anni avete avuto un’amministrazione che invece di girarsi i pollici si è arrotolata le maniche della camicia. Abbiamo dovuto combattere con tutti i vecchi nemici della pace: il monopolio finanziario e degli affari, la speculazione, le pratiche bancarie senza scrupoli, l’antagonismo di classe, la speculazione di guerra. Hanno cominciato a considerare il governo degli Usa come una semplice appendice dei loro affari. (...) Mai prima nella storia del nostro Paese queste forze sono state così unite contro un candidato. Unanimi nel loro odio contro di me: io dò il benvenuto al loro odio. Franklin Delano Roosevelt, presidente Usa (Maurizio Pilotti). Libertà.

La striscia di mezzo fra la Germania e la Polonia obbediva a Mosca attraverso Ulbricht, uno sciacallo. Per Adenauer era importante non riconoscere, non accettare nulla, non lo sciacallo, non i nuovi confini, non le «nuove realtà». Tenere duro e aspettare, in una biblica speranza, che il blocco comunista si sfaldasse, che fosse costretto, un giorno, a guardarsi le spalle, a chiedere tregue in Europa davanti alle minacce dell’Asia. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia, 1989.

L’occhettismo si basava sul mondo interdipendente del dopo Jalta; sul superamento della matrice comunista e sull’unità dei diversi riformismi; sul socialismo come ispirazione e movimento per la democratizzazione e su una sinistra di governo; sulla fine del consociativismo e sul sistema maggioritario. Massimo De Angelis, Post. Confessioni di un ex comunista. Guerini e associati, 2003.

Io una volta feci l’elogio dell’Italia dove i garage diventavano aziende. Li ho visti. Ci sono nato. E su questa realtà ci ho costruito una storia: «Mio nonno ha fatto il capannone, mio padre ha fatto il capannone grande, io ho fatto il capannone grandissimo. Mio figlio si droga». Antonio Albanese, comico (Aldo Cazzullo). Corsera.

Dicono che non vado d’accordo con Kyrgios, ma non è vero. Una volta gli dissi quel che avevo da dirgli, e finì lì. La verità è che coltivare inimicizie mi stanca. Rafa Nadal, campione di tennis (Aldo Cazzullo), Corsera.

Leggete questo libro di Fabrizio Corona (Come ho inventato l’Italia) che spero sia candidato dall’editore al Premio Strega, premio di mediocri, ipocriti e letterati parrucconi che merita un riscatto, perché in una società di ricattabili, mi piace da morire questo eroe ricattatore, che ha fatto della sua vita votata al denaro un’opera d’arte. Massimiliano Parente, il Giornale.

Mi piace raccontare di come abbiamo portato in Italia Trainspotting il long seller di Irvin Welsh. Quando mi capitò per la prima volta fra le mani, rimasi sorpreso due volte: una perché difficilmente mi ero trovato di fronte a una voce come quella, una scrittura che letteralmente terremotava la lingua inglese. E poi mi chiedevo come mai un libro come questo, perfetto sul piano stilistico e così dirompente, non fosse ancora stato tradotto in Italia, visto che in Inghilterra era già un successo. Presi la decisione definitiva di acquistarlo quando una sera, a Londra, provai ad andare a teatro per vedere una piéce ispirata al romanzo e non trovai posto: tutto esaurito. Luigi Brioschi, presidente e direttore della casa editrice Guanda (Roberta Scorranese). Corsera.

Norman Mailer mi ricevette nella sua casa al Village. Che strano incontro. Avvertivo qualcosa di difficile, di doloroso, direi anche di violento in lui. Con Allen Ginsberg andò meglio. Che ridere. Mi fece andare a casa sua, mi ricevette sdraiato su un sofà e disse: «Bene, ora ci facciamo due spaghetti». Tutto qui. Margheria Bulgheroni, prima traduttrice dei Beatles (Roberta Scorranese). Corsera.

In occasione di un assalto, il potere del comandante di compagnia era impressionante. La vita di un centinaio di persone dipendeva dalle mie scelte. Diceva: «Va!» e il legionario andava, senza una parola, senza alcun tentativo di sottrarsi. Questa responsabilità travolgente cancellava la possibilità di occuparsi solo di sé. In un’operazione militare nessuno può uscirne solo. Noi rimettiamo il nostro destino nelle mani di un altro: nostri compagni, nostri superiori, nostri legionari. Noi viviamo l’assoluto della fiducia, quella che va fino alla morte. Hèlie de Saint Marc, ufficiale francese della Legione straniera, Mèmoires. Perrin, 1995.

Di fronte a Dio il migliore avvocato di noi stessi è il pentimento. Roberto Gervaso.