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 2020  dicembre 02 Mercoledì calendario

Roncalli, il Papa più citato nelle vie

La scelta di nominarsi Francesco è stata fra le più originali mai compiute da un pontefice. Molte sono, però, le curiosità legate ai nomina pontificalia, come dottamente Enzo Caffarelli, fra i maggiori studiosi italiani di onomastica, li definisce in un meticoloso articolo che apre il secondo numero di quest’anno della Rivista italiana di onomastica. Qualche pontefice scherzava sul proprio cognome. Se sotto Sisto V, Felice Peretti, era normale vedere pere scolpite nei marmi e nelle pietre di Roma, lo stesso papa, negli ultimi giorni di vita, avendo avuto sentore di manovre miranti alla sua successione con Giovanni Battista Castagna, affermava che il tempo delle pere era ormai finito e si avviava quello delle castagne. In effetti, gli succedette il Castagna, il quale assunse il nome di Urbano VII, ma fu il pontificato più breve in due millenni (una dozzina di giorni). Una volta Leone XIII, dopo aver corso il rischio di venire travolto da una gazzella ospitata nei Giardini Vaticani, tranquillizzò gli astanti con una battuta: «Non sia mai che un Leone abbia paura di una gazzella». A un prelato che insistentemente postulava il cappello cardinalizio, papa Pio X (Giuseppe Sarto) lanciò un’ammonizione: «Avete sbagliato: io non sono un cappellaio, io sono un sarto». Invero l’umorismo fra i papi, quale figura tramandato, non pare brillante. Una delle poche eccezioni è la risposta di Giovanni XXIII alla domanda su quante persone lavorassero in Vaticano: «La metà», fu la bruciante identificazione numerica.
Incuriosirà molti apprendere che per secoli non vi furono doppioni nei nomi dei pontefici e, anche quando cominciarono a essere assunti, non venivano distinti con un ordinale (a volte si ricorreva all’aggiunta di iunior). Solo col IX secolo cominciò l’uso del nome col numero. Quanto al recupero di nomi già assunti, non mancano esempi di distanze plurisecolari rispetto al predecessore omonimo. Fra Pio I e Pio II trascorsero oltre 1.300 anni, 1.246 ne passarono fra Marcello I e Marcello II, e 1.151 fra Giulio I e Giulio II.
Un altro aspetto singolare nei nomi pontifici è la denominazione di aree di circolazione: strade, vie, piazze ecc. I dati restano fermi al 2013 e quindi nel frattempo sono senz’altro aumentate le dediche ai canonizzati Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Dominatore incontrastato delle vie dedicate a papi è Giovanni XXIII, il quale, superando quota 2.900 in tutti i comuni italiani, si colloca al dodicesimo posto nella graduatoria delle strade, che ai primi posti vede Roma, Giuseppe Garibaldi e Guglielmo Marconi. Molto distaccati seguono Paolo VI (366), s. Pio X (270), Giovanni Paolo I (249), Pio XII (178), Giovanni Paolo II (145), s. Gregorio Magno (141), Leone XIII (99), s. Leone Magno (55) e Pio IX (58). Segue una quarantina di pontefici, non computando Roma, città che ai propri vescovi ha dedicato decine di aree di circolazione, compresi papi ben poco noti a chi non sia uno storico di professione: Ormisda, Sabiniano, Sotero, Telesforo, Zefirino... Di recente non sono mancate dediche stradali a pontefici ancora viventi, nonostante la legge (n. 1188 del 1927) preveda un peculiare iter per le persone decedute da meno di dieci anni: in ogni modo, si parla di morti e non di viventi.