la Repubblica, 1 dicembre 2020
Ecco come arriverà il vaccino Pfizer
Fino a cinque vassoi di dimensioni ridotte, 23 centimetri per 23, con dentro 195 fiale da 5 dosi ciascuna. Verranno consegnati in rack, scatole speciali per i farmaci, alla temperatura di -80 gradi. Non ingombreranno molto le confezioni nelle quali i vaccini anti Covid della Pfizer arriveranno in Italia a gennaio. Non si sa ancora la data precisa perché si aspetta il via libera di Ema, l’agenzia regolatoria europea alla quale devono ancora essere presentati i dati degli studi di fase 3 dalla multinazionale. Intanto però il sistema sanitario si sta organizzando. Da un lato, al ministero alla Salute, si lavora sugli aspetti sanitari. Dall’altro il commissario straordinario Domenico Arcuri si occupa di logistica e acquisti. Ad esempio ci sarà bisogno di circa 120 frigoriferi speciali per gli ospedali dove arriveranno i vaccini. Pfizer, che ieri ha incontrato Arcuri, sta spiegando anche ai governatori come arriveranno le dosi. Domani il ministro Roberto Speranza illustrerà il piano vaccini al Parlamento.
Con 23 chili di ghiaccio secco
Le Regioni hanno indicato ad Arcuri circa 300 strutture di somministrazione, prevalentemente ospedali visto che le prime dosi (1,7 milioni) andranno a dipendenti del sistema sanitario, oltre che ad anziani e operatori delle Rsa. L’azienda nel corso del 2021 invierà all’Italia 27 milioni di vaccini. Le spedizioni avvengono in due tipi di contenitori, i rack. Il primo assicura i -80 gradi e permette di spostare le dosi nei frigoriferi speciali, l’altro è dotato invece di 23 chili di ghiaccio secco e i vaccini che contiene devono essere utilizzati entro 15 giorni. Spetta alle Regioni decidere quale vogliono, anche in base a quanti vaccini ritengono di utilizzare in breve tempo. Metterli nei congelatori, dove si possono conservare per sei mesi, può servire a non sprecare le dosi se ne avanzano, magari a causa di una non alta adesione alla campagna. Ci vogliono due ore per scongelare i vaccini, che poi vanno usati entro sei ore.
In ogni rack quasi 5mila dosi Come detto, i contenitori sono piccoli. Per farsi un’idea basta pensare che ogni lato è appena un centimetro in più di quello più corto di un foglio A4. Dentro ci sono 195 fiale da 5 dosi, in tutto quindi 975 vaccini. Un rack può contenere fino a 5 vassoi, per un totale di 4.875 dosi. Quando si apre una fiala bisogna diluirla con la soluzione fisiologica per ottenere ottenere i 5 vaccini singoli da somministrare subito.
Caccia a 120 refrigeratori
Forse la notizia migliore per le Regioni è l’ingombro ridotto del materiale in arrivo da Pfizer. Non ci sarà bisogno di grandi frigo per conservare i vaccini né di macchinari particolari per spostarli. Non tutti gli ospedali dove arriveranno sono comunque attrezzati e così Arcuri si è detto disposto ad acquistare circa 120 frigo, che costano alcune migliaia di euro ciascuno per una spesa totale inferiore al mezzo milione. Intanto sono partiti i bandi per gli aghi e le siringhe e la struttura commissariale ha fatto anche una richiesta di offerta europea come cautela di fronte a eventuali ritardi. Ne servono 150 milioni. Del resto l’Italia ha preordinato alle varie aziende circa 200 milioni di dosi, che teoricamente servirebbero a 100 milioni di persone. Ovviamente sarebbero troppe ma intanto non è detto che tutte le aziende ottengano l’autorizzazione a vendere il vaccino. Poi potrebbe essere necessario fare somministrazioni di prodotti diversi a persone che non sono state immunizzate dopo le prime due somministrazioni.
Il passo di Moderna
Ieri la statunitense Moderna ha detto di aver chiesto l’autorizzazione per l’uso di emergenza alla Fda, l’agenzia regolatoria Usa, e di immissione in commercio condizionata ad Ema, quella europea. È la prima al mondo a fare questi passi.Come altre aziende ha illustrato dati propri, cioè che sarebbe efficace al 100 per cento nel prevenire le tipologie gravi di Covid 19 e al 94,1 per cento negli altri casi. I risultati potrebbero cambiare dopo la verifica degli studi sul vaccino da parte delle autorità regolatorie. All’Italia, se poi l’autorizzazione arriverà, da Moderna dovrebbero arrivare 10 milioni di dosi (per 5 milioni di persone), già nel primo trimestre 2021 ma soprattutto nel secondo e nel terzo.
Ieri la Commissione europea ha firmato un contratto con la CureVac, altra azienda che prepara un vaccino che deve ancora ottenere le autorizzazioni alla messa in commercio. È il quinto accordo chiuso e se ci sarà il via libera di Ema potrebbe al nostro Paese arriverebbero 30 milioni di dosi (per 15 milioni di persone) tra fine 2021 e inizio 2022.