Avvenire, 29 novembre 2020
Trump rispolvera il plotone d’esecuzione
Prima della fine dell’anno, la pena di morte federale potrà essere portata a termine anche tramite la sedia elettrica, la camera a gas e il plotone di esecuzione. L’emendamento sul metodo delle esecuzioni del governo Usa, pubblicato venerdì sulla gazzetta ufficiale, entrerà in vigore entro Natale.
E prevede che, in macanza dei composti chimici per l’iniezione letale – il protocollo maggiormente utilizzato nei ventotto Stati che impiegano il boia – si possano utilizzare metodi alternativi, come appunto l’asfissiamento, la folgorazione e l’uccisione per arma da fuoco. Non solo. Se nello Stato in cui viene commesso il crimine non c’è la pena capitale, il giudice federale può comunque ricorrervi, designando un’altra circoscrizione in cui l’omicidio legale è permesso. Il nuovo regolamento, fortemente voluto dal ministro alla Giustizia Usa, William Barr, è in linea con la politica di Donald Trump che, favorevole alla pena capitale, ha ripreso le esecuzioni federali dopo 17 anni di stop di fatto. Ne sono previste ben cinque prima della sua uscita di scena, mentre il dipartimento di Giustizia ha messo a morte più persone quest’anno che durante il mezzo secolo precedente. Si dubita, però, che l’emendamento abbia modo di essere applicato prima che Trump lasci la Casa Bianca, il 20 gennaio. Quattro dei condannati in attesa del boia – tra cui Lisa Montgomery, l’unica donna nel braccio della morte federale e la prima ad essere uccisa in quasi 70 anni – sono già in lizza per l’iniezione letale. Con tutta probabilità, poi, l’emendamento sarà eliminato dal nuovo presidente, il democratico Joe Biden, contrario alla pena di morte. Secondo quanto affermato dal suo staff, il leader si «oppone alle condanne capitali».