La Stampa, 28 novembre 2020
Il record del broker dei clan: «Ha riciclato 500 miliardi»
Roberto Recordare è un imprenditore di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Gestisce la Golem, un’azienda che si occupa di software dedicato alle pubbliche amministrazioni con sede a Malta. E riciclerebbe cifre record – parliamo di 500 miliardi (sic) di euro – per i clan di tutta Italia.
Per lo meno, questa è la tesi della Dda di Reggio Calabria, contenuta nell’informativa legata agli atti del processo Hyphemos. Secondo quanto contenuto nelle intercettazioni, l’uomo si sarebbe occupato di trasferire enormi cifre da Paesi europei – o comunque con sistemi bancari controllati – verso paradisi fiscali o Paesi nelle "black list" per quanto riguarda le operazioni bancarie. Il tesoro dei clan calabresi, siciliani e campani: 500 miliardi di euro.
Sarebbe lo stesso Recordare ad ammettere che «più o meno erano cento miliardi, qualcosa del genere. Ho preso quella busta e l’ho buttata nella spazzatura. Avevo il bond da 36 miliardi». Si riferisce a un controllo all’aeroporto di Fiumicino, prima del quale sarebbe riuscito a disfarsi di prove compromettenti: un bond da 100 miliardi di euro. Il valore di diverse operazioni.
Dalle intercettazioni, emergerebbe il ritratto di un consulente dei clan malavitosi capace di gestire e trasferire centinaia di miliardi verso "porti sicuri" tramite passaporti falsi – Recordare avrebbe avuto ben tre identità differenti, oltre alla propria - e, soprattutto, contatti altolocati col mondo istituzionale dei Paesi beneficiari dei trasferimenti di denaro.
In una conversazione telefonica Recordare avrebbe poi riferito a un suo contatto di aver già effettuato una grossa operazione grazie a un «tecnico di dodicesimo livello» della Detusche Bank il quale avrebbe trasferito una enorme somma in una banca malese, facendola poi riversare in un istituto del Tagikistan.
Paesi dove il diritto bancario è protetto dalla segretezza, un po’ come avviene per quello societario maltese: lì era stata fissata la sede legale della Golem ma anche quella della Recordare Holding Ltd della quale era plenipotenziario. E sul suo coinvolgimento nelle dinamiche della nazione insulare, si sarebbe espresso in un’altra intercettazione, nella quale avrebbe riso della morte della giornalista Dafne Caruana Galizia, vittima di un attentato dinamitardo: «Stanno ancora cercando i cocci», avrebbe detto, prima di lanciarsi nell’auspicio che la stessa cosa venisse fatta a «certi magistrati» italiani tra i quali l’ex sostituto procuratore di Palmi Giulia Pantano.
Il nome delle sue aziende maltesi era finito nel grande "release" d’inchiesta "Paradise papers", pubblicato dal portale di giornalismo investigativo Icij. Recordare, però, aveva anche una personalità pubblica: era il main sponsor della pallavolo femminile palmese, ed era poi passato ad accostare il proprio brand al team di Olbia nel 2017.
I software
Ma non c’è solo la passione per lo sport, nella vita di Recordare: la pur flebile traccia pubblica lasciata dall’imprenditore lo vede protagonista di diversi convegni legati al proprio core business, l’implementazione di sistemi software nella gestione della pubblica amministrazione e come editore – e persino editorialista - di un piccolo giornale online.
Una sorta di "insospettabile", insomma, che oggi viene presentato al mondo come il presunto gestore del più grande bottino mai accumulato nella storia da un’organizzazione criminale.