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 2020  novembre 27 Venerdì calendario

Il Covid non ferma le aste

Forse lo stare tutti a casa prima, il lockdown più mite dopo con spostamenti ridotti, ha portato a ricercare qualsiasi cosa sul web. E i più giovani e i collezionisti di sempre hanno scoperto le aste online dove rilanciare per comprare di tutto e forse anche per combattere la routine con un po’ di adrenalina. Dalle case ai mobili, dagli orologi alle auto d’epoca, dalle sneakers agli abiti vintage, alle t-shirt o alle borse di Hermes la rete ha decuplicato le offerte. Si sono moltiplicati anche gli attori in gioco dalle piattaforme come ebay e Catawiki agli aggregatori di aste come Artsy, Heritage Auction, Liveauctioneers, Invaluables e the-saleroom e alle case d’asta tradizionali migrate in rete con incanti only online e livestreaming. Ma anche su piattaforme di reselling come StockX oppure Bump è partita la caccia agli oggetti cult. Mentre per le case si è cercato l’affare sulle piattaforme di aste giudiziarie, rinviate però dai tribunali, e degli enti pubblici con dismissioni immobiliari in programma.
La febbre d’asta in rete ha conquistato giovani e nuovi collezionisti: Christie’s, Sotheby’s e Phillips hanno battuto da ottobre 2019 a ottobre 2020 8.377.711.500 dollari di cui 720.139.500 in rete rispetto a 162.271.500 dell’anno prima, secondo gli analisti di Pi-eX Ltd. L’arte continua ad essere il mercato a maggior fatturato: top record il «Trittico ispirato dall’Orestea di Eschilo» del 1981 di Francis Bacon
battuto da Sotheby’s per 84,6 milioni di dollari nell’asta serale in live streaming di New York il 29 giugno. Buone performance le hanno fatte registrare anche gli orologi, i vini, i whisky e gli accessori con un recupero sui mobili e il design.
Le motivazioni all’acquisto sono diverse sia che si tratti di pura passione, di status symbol, filantropia o investimento. Prima della crisi del Covid, il valore totale del collezionismo in mano ai privati era stimato in circa mille miliardi di dollari, con la quota maggiore di vendite annuali aggiudicata dall’arte, seguita da orologi e gioielli, vini e auto d’epoca. In questi tempi di crisi economica, la liquidità nel mercato del collezionismo è calata drasticamente – le grosse transazioni sono in private sale – e la tendenza per non incorrere in perdita di valore è di non mettere sul mercato i capolavori, fatta eccezione per i musei costretti a dismettere per la crisi finanziaria. Ciononostante l’innovazione digitale, le strategie di cross collecting delle case d’asta, le nuove alleanze, le garanzie ai venditori e la frenesia della gara hanno portato nuova liquidità soprattutto sulle aste online, andando così a tamponare la debolezza delle aste fisiche, ormai diventate ibride.
In tanti reclamano la fisicità dell’arte e dei passion investment, ma per ora è boom sul web. In Italia le case d’asta si sono bene difese. «Le aste del primo semestre, considerata la sospensione forzata da marzo a maggio e nonostante l’incertezza, hanno mandato segnali confortanti con risultati molto positivi – spiega Rossella Novarini, direttrice de Il Ponte casa d’aste –, confermando un mercato dell’arte vivace e reattivo, per nulla intimorito dalla congiuntura. L’arte moderna e contemporanea si è riconfermata il settore più in forma, l’estero ha partecipato attivamente e la quarantena è stata un’opportunità per esplorare nuove strade di fruizione a distanza il più realistiche possibile sia per le esposizioni che per gli incanti» conclude Novarini.