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 2020  novembre 27 Venerdì calendario

Cristiana Sinagra ricorda l’amore con Maradona

«Non c’è stato un solo giorno negli ultimi sette anni che non abbia chiesto perdono al nostro Diego».
Un modo per chiedere perdono anche a lei?
«L’ha chiesto anche a me, più e più volte. Ma gli dicevo: tu mi hai dato un figlio, mi hai regalato gioie. Mi hai dato tutto e non mi hai tolto nulla».
Cristiana Sinagra, l’amore napoletano del Pibe, una donna magra, dall’aspetto fragile eppure straordinariamente forte. Aveva 21 anni quando ha incontrato la prima volta Maradona, lui 25. Accadde una sera di dicembre, una di quelle molto fredde. «Eravamo a casa di amici comuni, i suoi occhi mi riscaldarono il cuore».
Fu un colpo di fulmine?
«Il nostro legame nacque in maniera lenta, si può dire? Sì, la sensazione fu quella di sentirmi cullata verso l’infinito. Ci ritrovammo insieme quasi senza accorgercene. È stata una grande passione, un legame forte nato piano piano. Chiacchierando, guardandoci negli occhi. Prendendoci anche tanto in giro».
Parla di lui come se ne fosse ancora innamorata. È così?
«L’amore non muore mai, si trasforma. Oggi più che mai voglio rivivere i ricordi più belli che ho di lui. Con rispetto verso quel ragazzino che mi ha fatto vedere la luna e le stelle. E che mi ha dato Diego, la mia vita».
Ha anche sofferto, però.
«Sicuramente, ma tante cose dette e scritte su di noi non sono vere. Fui io ad allontanarmi, quando capii che aveva attorno troppe persone che ci ostacolavano. Intuii che il mondo che lo circondava era troppo grande per non travolgerlo, e non lasciare spazio al nostro amore. Lui andò via per il Mondiale, dopo ci siamo anche sentiti qualche volta. Sapeva che ero incinta, Diego lo avevamo voluto insieme».
Ma lei finì sulla bocca di tutti.
«Troppo felice per la nascita di mio figlio per accorgermene».
Nella vita di Diego c’era già Claudia.
«A Napoli non c’era. E non è mai stata tra di noi. Conoscevo la sua famiglia, le sorelle, la madre. Dopo anni mi hanno detto che Diego piangeva spesso per quel figlio che non poteva vedere».
Ma che non ha riconosciuto fino a febbraio 2007.
«Fa sempre parte del mondo dei suoi cattivi consiglieri. Non mi va di parlarne ora. Diego nonostante le grandi distanze ci ha riempito la vita. Non ricordo di aver mai detto su di lui una parola fuori posto. Provo rabbia a sentire anche oggi giudizi su di lui. Dicono che è morto per la cocaina, ma questa gente lo sa che non ne assumeva più da anni? Conosce realmente il suo vissuto, i suoi problemi, la sua depressione? No, e allora abbiano la compiacenza di stare zitti. Rispettino il nostro immenso dolore».
Cosa l’ha fatta innamorare di Maradona?
«Il suo cognome ancora oggi mi dice molto poco, per me era e resta Diego. La dolcezza, la spontaneità, la generosità. Negli anni si è poi fatto tanto male, credo non sia più stato veramente felice. Ha voluto autodistruggersi, sempre a combattere con i sensi di colpa. Ma se qualcuno gli chiedeva aiuto, non si è mai tirato indietro».
Del calciatore, invece, che ricordo ha?
«Strano a dirsi, ma non ho ricordi di lui in campo. Semplicemente perché non mi interessava il suo lavoro, non vedevo le partite. Anzi, mi infastidiva quel mondo dove lui doveva essere sempre al centro dell’attenzione. Anche quando non gli andava».
Quanto tempo è durata la vostra relazione?
«Sono stati sei mesi, ma molto intensi. La nascita di Diego in qualche modo ha fatto sì che continuasse. Adesso lo sentivo abbastanza spesso, quando era in videochiamata con Diego chiedeva di me, ci salutavamo con affetto. Adorava i nostri nipoti, che poi gli somigliano tanto».
Gli ha mai detto di no?
«Quando mi faceva i regali, non li ho mai accettati. A Natale rifiutai un anello prezioso, ma tanto prezioso. La sua ricchezza non mi interessava».
I riflettori su di lui erano sempre accesi, nel bene e nel male. La vita sregolata del suo fidanzato non le metteva ansia?
«Non mi sono mai accorta di tutto quello che poi ho sentito su di lui. Forse perché in quel periodo non c’erano trasgressioni».
Lo ha rivisto poi dopo 22 anni.
«Ed è stato come se non l’avessi mai lasciato. Non ho smesso di pensare a lui un solo giorno. Ora mi sento sola, non riesco ad accettare che non ci sia più. Un dolore enorme».
Lo descriva in due parole.
«Quattro almeno: cuore grande, animo fragile».