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 2020  novembre 26 Giovedì calendario

Il lato oscuro della moralità che giustifica atti di violenza

Grazie alla risonanza magnetica dell’encefalo uno studio americano ha rivelato il lato oscuro della moralità. In sostanza, il meccanismo per il quale forti convinzioni morali possono portare ad avallare la violenza. Per scoprirlo, gli scienziati americani hanno arruolato 41 studenti in buona salute. Fra queste 22 femmine dai 18 ai 30 anni, residenti nel campus di Chicago, come ha spiegato Jaen Decety, docente di psichiatria e psicologia all’università di Chicago (Stati Uniti), autore dello studio.In una prima fase, i partecipanti hanno risposto a domande sulle loro opinioni socio-politiche in generale, e su questioni divisive come l’immigrazione illegale, il calo delle imposte, il diritto all’aborto, associato a movimenti liberali e a quelli conservatori. Tra i 41 partecipanti, 34 si sono identificati come liberali, 5 moderati e 2 conservatori.
Poi gli autori dello studio hanno mostrato ai partecipanti delle foto di manifestazioni violente in difesa di cause sia favorevoli alle loro opinioni che contrarie. Gli studenti dovevano indicare, su una scala da uno a 5, se giudicavano queste violenza giustificabili. Mentre guardavano le foto, i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a risonanze magnetiche cerebrali funzionali per capire quale circuito del cervello attivavano. Gli autori avevano due ipotesi: le convinzioni morali indeboliscono il processo di inibizione delle pulsioni violente; oppure aumentano il valore soggettivo di questa violenza.
Il risultato è in favore di questa seconda ipotesi, perchè è qui che passa nel cervello quello che avalla le violenze commesse per difendere una causa conforme alle proprie convinzioni morali. Sono le regioni del cervello coinvolte nel circuito della ricompensa e del piacere, così come quelle dell’assunzione delle decisioni che si attivano in modo proporzionale alle convinzioni morali. Queste regioni non si attivano negli studenti che non approvano le violenze che vedono.
È un lavoro molto interessante nei risultati come nel metodo di lavoro ha detto il professor Lionel Naccache, neurologo e ricercatore in neuroscienze all’istituto del cervello (Icm, Insern, all’università della Sorbona). Lo studio mette in evidenza un meccanismo psicologico e cerebrale di attenuazione, se non di inversione dell’interpretazione morale di una situazione di violenza a seconda che si accordi o no con le proprie convinzioni personali.