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 2020  novembre 26 Giovedì calendario

Le Vie della Seta sono forse troppe

C’è una Via della Seta Digitale, c’è una Via della Seta dello Spazio e naturalmente c’è la più famosa Nuova Via della Seta delle infrastrutture (la Belt and Road Initiative). Al momento, per il governo cinese è però probabilmente più urgente realizzare la Nuova Via della Salute, quella che il presidente cinese Xi Jinping menzionò nella telefonata con Giuseppe Conte lo scorso marzo. La distribuzione del vaccino, nei prossimi mesi, sarà il banco di prova per misurare la determinazione e la capacità di Pechino di collocarsi al centro dello sforzo globale per fermare la pandemia e per costruire una rete sanitaria meno vulnerabile ai virus. Il vertice del Partito Comunista Cinese deve però fare attenzione a non forzare i propri impegni più di quanto è in grado di sostenere. In Cina, dal 2008 il debito complessivo cresce a una media annua del 20%, molto più dell’economia. Secondo l’autorevole Institute of International Finance, la somma del debito di famiglie, Stato e imprese non finanziarie cinesi ha toccato il 290% del Pil alla fine del terzo trimestre del 2020, una crescita decisa rispetto al 255% di un anno prima. Quello delle sole imprese, cioè delle protagoniste delle vie della seta, nello stesso periodo è salito dal 150 al 165% del Pil. Un articolo dei giorni scorsi pubblicato dal South China Morning Post, il quotidiano di Hong Kong, ha sostenuto che Pechino potrebbe essere costretta a tagliare gli obiettivi della stessa Belt and Road Initiative (Bri), cioè del progetto che è il fiore all’occhiello della presidenza Xi ed è già in rallentamento. Numeri ufficiali su prestiti e investimenti della Bri non ci sono ma la società di analisi Refinitiv calcola che, alla fine del primo trimestre del 2020, il valore dei progetti cinesi nel mondo avesse toccato i quattromila miliardi di dollari: 1.590 progetti, per un valore di 1.900 miliardi, catalogati nel progetto Bri e altri 1.574, per un valore di 2.100 miliardi di dollari, classificati come progetti a partecipazione cinese. Il problema, per Pechino, è che molto di questo denaro è credito effettuato da banche cinesi e impegni assunti da aziende cinesi in Paesi poveri e medio-poveri che a causa della crisi da virus sono in enorme difficoltà a sostenere gli impegni presi. In un quadro in cui il valore dei contratti firmati per la Bri nei primi nove mesi del 2020 è già declinato del 29% rispetto allo stesso periodo del 2019.