ItaliaOggi, 25 novembre 2020
Everest più caldo di un grado
Il riscaldamento climatico non risparmia neppure l’Everest, a 8.848 metri d’altezza, secondo una serie di studi pubblicati venerdì 20 novembre sulla rivista One Earth. Questi risultati sono frutto di una spedizione effettuata nella primavera del 2019, finanziata dal National Geographic e Rolex, sul fianco della più alta montagna himalaiana. È stata la più completa mai realizzata secondo quanto ha fatto sapere Paul Mayewski, il capo scientifico della missione. In due mesi, sono stati mobilitati 34 scienziati internazionali e una équipe logistica di circa 80 persone.I primi risultati hanno rivelato che il riscaldamento globale si è fatto sentire in maniera intensa sul Tetto del Mondo. In trent’anni la temperatura sull’Everest è aumentata di un grado centigrado e questo è sufficiente per avere un enorme impatto, secondo quanto ha spiegato Paul Mayewski. I ghiacciai sono le prime vittime del riscaldamento climatico. Oggi coprono una superficie totale di 419 chilometri quadrati, cioè 21 chilometri quadrati meno rispetto al 1962 secondo quanto ha spiegato il glaciologo Owen King. La perdita di ghiaccio si produce ormai ad altitudini estreme, superiori a 6 mila metri.
Gli scienziati hanno installato la più alta stazione meteo del mondo su una piattaforma a 8.430 metri d’altezza. Inoltre, hanno estratto un cilindro di ghiaccio a 8.020 metri d’altezza, il campione prelevato all’altezza più alta di sempre e hanno potuto vedere che la concentrazione di alcuni elementi come il cesio, il cadmio, l’arsenico e il piombo è presente in quantità a questa altitudine. Queste informazioni sono ritenute molto importanti dal momento che il riscaldamento globale fonde i ghiacci che vanno ad alimentare le risorse d’acqua di molte popolazioni. Queste sostanze rischiano di contaminare le popolazioni locali nei decenni futuri.
Inoltre, gli scienziati hanno verificato anche la presenza di microplastiche, un tipo di inquinamento che non era mai stato ancora studiato sulla cima dell’Everest. Da qualche anno il Tetto del Mondo è considerato come la più alta discarica in fatto di detriti. In particolare, microfibre che servono a fabbricare gli indumenti degli alpinisti, ma anche è stata ritrovata la presenza di plastiche trasportate dal vento. E comunque, queste microplastiche sono difficili da eliminare. Il riscaldamento climatico potrebbe avere, secondo uno degli studi pubblicati, un vantaggio per gli alpinisti: potrebbe aumentare l’ossigeno disponibile per l’ascensione all’Everest.