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 2020  novembre 25 Mercoledì calendario

In India 400 milioni sull’orlo della povertà

La seconda economia dell’Asia, quella che fino a pochi mesi fa sembrava poter sfidare il primato continentale della Cina, sembra ora cedere sotto la pressione della pandemia che ha portato 9,2 milioni di contagi, 130mila morti e un potenziale arretramento di decenni.
Ai 75 milioni di indiani usciti da arretratezza e miseria nell’ultimo triennio e altri 271 milioni nel decennio precedente, si contrappongono ora 400 milioni di individui che rischiano di ritrovarsi a ridosso se non sotto la linea della povertà. Andando a raggiungere altri 195 milioni che la Ong britannica Oxfam giudica si trovassero in condizioni prossime alla fame nel 2019.
L’allarme è stato lanciato dall’Organizzazione internazionale del Lavoro valutando anzitutto le condizioni dei lavoratori migranti e di quelli occupati a giornata. A milioni hanno subito la chiusura dei mercati, interni e esterni, in settori primari per l’economia e per l’occupazione, come il tessile, dove centinaia di migliaia di lavoratori hanno perso ogni fonte di sostentamento per la convergenza di richiesta ridotta, lockdown prolungati, sostegni insufficienti e – non ultimo – l’impossibilità di ricollocarsi in altri settori. Sul «massiccio trasferimento» di lavoratori migranti indicato tra le «conseguenze peggiori» dell’epidemia, ha puntato il dito Amitendu Palit, economista dell’Università nazionale di Singapore. Espulsi dal sistema produttivo, costretti a reclusioni prolungate in aree depresse delle metropoli al limite della sopravvivenza, al rientro nelle aree di provenienza hanno trovato altrettanta miseria nelle proprie famiglie e – con la loro presenza – hanno contribuito a diffondere il coronavirus in aree dove il controllo era difficile e le cure per i poveri pressoché nulle. Le morti per Covid 19, per cause accidentali e per suicidio hanno colpito soprattutto proprio queste le categorie di lavoratori, insieme agli abitanti dei tanti slum delle metropoli, Mumbai anzitutto. A 810 milioni di abitanti sono stati garantiti mensilmente a ciascuno cinque chilogrammi di riso e uno di ceci, ha ricordato il portavoce del governativo Bharatiya Janata Party. Uno sforzo non uniforme che comunque ha inciso significativamente sul 15% del Prodotto interno lordo finora destinato a contrastare la crisi. Ora è in arrivo un terzo carico di provvedimenti di stimolo che dovrebbero aprire a un recupero. Gli esperti raffreddano però gli entusiasmi e non solo per la contrazione economica del 23,9% su base annua registrata nel secondo trimestre di quest’anno. Più che di «nuova ricchezza», il Paese dovrà prepararsi a una «rinnovata povertà» che tra le caratteristiche avrà quella di rompere le barriere tra povertà rurale e urbana.