Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  novembre 24 Martedì calendario

Da Santo Padre a “santo subito”

Se è vero che «dal legno storto dell’umanità non si può costruire nulla di perfettamente dritto» si capisce che zoppichi anche la rettitudine (l’andar dritto) di Papa Wojtyla, la star dei Papa-Boys, il grande polacco che ha cambiato la Storia. Non può però zoppicare il “santo subito”. La santità è infatti il solo miracolo che raddrizza il legno storto, quel corpo d’uomo su cui si accanirono da vivo, quando era ridotto ad un involucro ed era tormentato dai medici, esposto all’amore, pasto regale dei fedeli affamati d’anima.
E difatti l’Italia, che è il paese dove persino gli atei hanno l’oscuro sentimento che il rito, la religione e il culto dei santi stiano nella storia nazionale come l’inchiostro in cui si avvolge la seppia, quest’anno ha celebrato il centenario di Giovanni Paolo II con pochi libri di storia e con molta devozione metastorica al santo che “parlava con Dio”. E invece il New York Times, la settimana scorsa, ha contestato come affrettata proprio la santificazione completata nel 2015. E il National Catholic Reporter, autorevole periodico progressista americano, addirittura ha chiesto ai vescovi di sospenderne il culto: « US bishops, please suppress the cult of St. John Paul II ». Non si tratta delle solite contestazioni, più meno bizzarre e inevitabili. Il punto è il Rapporto McCarrick, reso noto due settimane fa dalla Segreteria di Stato, 450 pagine di testimonianze e indagini sugli abusi sessuali sui minori commessi dal cardinale Theodore McCarrick, oggi ridotto alla stato laicale.
Ebbene, quando papa Wojtyla lo assegnò alla sede di Washington conosceva bene la forza delle prove contro di lui. Gli americani non accusano il papa santo di complicità, ma di avere, nonostante l’evidenza, creduto alla sua innocenza. Ecco la domanda: l’errore, grave per un papa, è tollerabile in un santo? Ma non basta: il tema diventa epocale se lo si estende alla santità di tutti i Papi. Non è infatti un segno di forza che i Papi facciano santi tutti i loro predecessori Papi: san Pio IX, san Pio X, san Giovanni XXIII, san Giovanni Paolo II, san Paolo VI. E viaggiano verso lo stesso Cielo Pio XII e Giovanni Paolo I. Insomma, è una novità storica per la Chiesa la santificazione di così tanti Papi in fila, a partire dal 1951. Il precedente, Pio V, risaliva al 1571.
Non che ci siano ancora ragioni di mandare qualche Papa all’inferno come fece Dante che tra i simoniaci mise pure quello vivo, Bonifacio VIII. Né bisogna tenere sul comodino quel Vite efferate dei Papi di Dino Baldi (Quodlibet) che è un catalogo di scelleratezze, dal Papa che sposa la propria madre sino alla Papessa. Forse però la santità andrebbe concessa ai Papi almeno un secolo dopo la morte. Se l’appellativo “Santo Padre” fosse infine un concorso per titoli, lo vincerebbe Giulio II a cui si devono la chiesa di San Pietro di Bramante, la Cappella Sistina di Michelangelo e le Stanze di Raffaello, sicuri segnali di Dio su questa terra.