la Repubblica, 23 novembre 2020
Biografia di Enea Bastianini
Da Rimini a Tavullia sono 30 chilometri appena. «Però io non ci sono mai stato, al Ranch di Valentino». Enea Bastianini, 22 anni, romagnolo Doc: è il nuovo campione del mondo di Moto2, il prossimo anno giurano sarà protagonista in MotoGP. Ma senza passare dalla Academy di Rossi. «Si vede che per loro non ero abbastanza interessante» spiega, con un sorriso innocente. All’inizio ci ha pensato il papà, Emilio, venditore ambulante: «Quanti sacrifici, in famiglia». Dopo le prime vittorie da ragazzino, si è appoggiato a un vecchio pilota, Fausto Gresini. E a due settantenni di lungo corso che hanno scritto la storia del motomondiale: Giovanni Sandi, capomeccanico, Carlo Pernat, manager. Anche in tv non se lo filavano troppo, però non è tipo da prendersela. «Mi interessa solo correre. Vincere. Le parole le lascio agli altri». Tre successi in stagione, più 4 podi: ieri ha controllato la gara, e con il 5° posto ha festeggiato il titolo. Nove punti di vantaggio su Luca Marini, fratello del Doc, che per tutto l’anno era stato dato come favorito. «Sapevo di essere veloce, ho trovato il giusto equilibrio ed eccomi qui. Adesso voglio solo festeggiare con la mia morosa e gli amici, facendo attenzione».
La sua è una storia esemplare, e forse non a caso arriva al termine di una stagione che celebra un cambio generazionale. Dovizioso si prende un anno sabbatico, Iannone in pratica ha detto addio, Valentino continua ma ancora per poco: tocca ai nuovi talenti italiani. Morbidelli, sicuro. Forse Bagnaia. E Bastianini, che nel 2021 salirà su di una Ducati del team Avintia, compagno di squadra – guarda un po’ – di Marini. Enea detto la Bestia, perché rispetto a certi recenti stereotipi ha un modo diverso di affrontare le gare: più ruspante. «Quando c’è da attaccare, lo faccio: e rischio». È successo anche ieri, quando si giocava il titolo. «Poi sono riuscito a gestirmi, quasi non ci credo». Il suo numero, 33, significa: 3 anni e 3 mesi. «L’età in cui sono salito sula mia prima minimoto». Alla mamma Antonella scappa da ridere: «Aveva cominciato con una moto elettrica, che dopo il primo giro intorno al palazzo perdeva potenza e lui si arrabbiava». Lei voleva facesse il tuffatore. Il piccolo Enea, allievo della Polisportiva Riccione, non era mica male. «Poi però ho dato retta al babbo», spiega. Era entrato nella Polizia di Stato, lo hanno mandato via. «Colpa di un tatuaggio sul braccio». Un talento puro. Un fungo porcino, come dice Pernat. Che dopo aver scoperto Biaggi, Valentino, Capirossi e Simoncelli, ora scommette su di lui. «Questo è uno vero, niente fuffa». Il manager ha vinto il suo 13° mondiale con un pilota. «Rossi è stato fondamentale, in qualche modo lo sarà ancora. Ma Enea è un’altra storia: il motociclismo italiano ha un futuro. Ci divertiremo».