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 2020  novembre 23 Lunedì calendario

I vescovi Usa vogliono negare a Biden la comunione

La notizia è tanto sorprendente quanto clamorosa, arrivata nei giorni scorsi: un gruppo di lavoro dei vescovi americani deciderà se negare o no la comunione al nuovo presidente Joe Biden – democratico nonché secondo cattolico alla Casa Bianca dopo John Kennedy – per le sue posizioni “abortiste”.
Ad annunciarlo il presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti: l’arcivescovo di Los Angeles José Gomez, messicano naturalizzato americano e proveniente dall’Opus Dei. È l’estrema frontiera del clericalismo di destra, che alle presidenziali degli Usa ha sostenuto Donald Trump come alfiere dei pro-life. In materia c’è già un precedente che risale al novembre di un anno fa: un parroco della Carolina del Sud si rifiutò di dare l’ostia al credente Biden, in fila per riceverla. Ma la decisione di Gomez è un unicum ché da capo dei vescovi Usa alimenta un inedito scontro tra fede e politica sul sacramento istituito da Cristo nell’ultima cena del Giovedì Santo, prima della sua Passione e Morte.
In Italia nemmeno la Cei militante e interventista del cardinale Camillo Ruini arrivò a tanto, pur inoculando dosi massicce di clericalismo nei due poli della Seconda Repubblica (era la stagione dei teocon) per spazzare via l’odiata laicità dello Stato. Ma l’Italia è anche il Paese in cui la normativa sull’aborto venne sottoscritta da politici tutti cattolici e democristiani. Era il 1978 e la legge numero 194 del 22 maggio venne firmata dal capo dello Stato Giovanni Leone, dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti e dai ministri Tina Anselmi, Francesco Bonifacio, Tommaso Morlino e Filippo Maria Pandolfi. Era il governo Andreotti IV, monocolore dc che nacque nella tragica e dolorosa mattinata del 16 marzo, quando le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro e uccisero i cinque uomini della sua scorta.
Lustri dopo, nel 2001 al Meeting ciellino di Rimini, il Belzebù delle tenebre democristiane rivelò: “La giornata più nera della mia vita è stata quella in cui ho firmato la legge sull’aborto”. E un anno fa, Serena Andreotti, figlia del Divo Giulio, andò oltre: “Mio padre si pentì della legge sull’aborto”. In realtà, il politico dc venne mosso da una laica e cinica ragion di partito, più che di Stato, come annotò nei suoi diari: “Mi sono posto il problema della controfirma a questa legge (lo ha fatto anche Leone per la firma) ma se mi rifiutassi non solo apriremmo una crisi appena dopo aver cominciato a turare le falle, ma oltre a subire la legge sull’aborto la Dc perderebbe anche la presidenza e sarebbe davvero più grave”. Come hanno osservato in anni recenti i cattolici italiani pro-life, Andreotti riteneva la perdita del potere “più grave” di una “legge omicidiaria”.
Ovviamente la scelta dei vescovi americani ha reso ancora più lacerante la divisione negli Stati Uniti tra clericali di destra e cattolici bergogliani (lo stesso Francesco si è congratulato con Biden dopo la vittoria). Per lo scrittore conservatore Rod Dreher, l’autore della famosa Opzione Benedetto intervistato ieri dalla Lettura del Corsera, “c’è uno scisma di fatto nella Chiesa americana e continuerà a crescere” con la presidenza di Biden, liberale dal cattolicesimo “cerimoniale”.