La Gazzetta dello Sport, 23 novembre 2020
La migliore partenza in carriera per Ronaldo
Quando in Pulp Fiction il boss Marsellus Wallace deve convincere il pugile Butch (Bruce Willis), vicino alla fine della carriera, ad accomodare un incontro, gli fa uno di quei discorsi memorabili che hanno contribuito al mito di Tarantino: «Vedi, questa attività è stracolma di str... poco realisti che da giovani pensavano che il loro c... sarebbe invecchiato come il vino. Se vuoi dire che diventa aceto, è così; se vuoi dire che migliora con l’età, non è così». Marsellus la definisce, edulcorando, una poco piacevole «realtà della vita». Vale per tutti. Tutti devono farci i conti. Qualcuno però ci penserà più avanti. Per Cristiano Ronaldo, a 35 anni, siamo ancora in piena fase ascendente, quella in cui si migliora. Altro che aceto. Otto gol nelle prime sei partite stagionali: una partenza migliore non gli era mai riuscita. Nemmeno con squadre più rodate e più dominanti, in stagioni meno complesse, con un pubblico costante a sostenerlo dagli spalti.
Top sprintMai più gol, nelle prime sei, di questo inizio di 2020-21, in cui gli anni sono 35: una sola volta era riuscito a fare altrettanto, nel 2015-16. Ma allora piazzò cinque reti in un colpo solo, all’Espanyol, e tre allo Shakhtar, in Champions. In questo inizio d’annata, la terza e, nemmeno a dirlo, la migliore in bianconero, li ha distribuiti in modo più regolare e democratico: tre doppiette (Roma, Spezia, Cagliari), due esultanze singole (Sampdoria e Lazio). Unico giro a vuoto in Champions, la sua competizione, una stranezza a cui ci sarà presto occasione di porre rimedio. Quando cinque anni fa mise insieme un identico bottino, a fine anno terminò a 51 reti complessive, ultima di sei stagioni consecutive in cui superò quota cinquanta. Nei due precedenti bianconeri si è fermato prima a 28, poi a 37: non pochi, e dal peso specifico importante per il raggiungimento dello scudetto. Se migliorasse sé stesso, la strada di Pirlo si spianerebbe, il lavoro delle rivali diventerebbe ancora più faticoso.
Nuovi rivaliMa quando sei Ronaldo, e quando hai avuto tempo di pensare e di caricarti in lunghe settimane di isolamento – per quanto dorato – in villa, la sfida non può essere solo contro il tuo passato, o per il campionato. L’inseguimento ai miti (Bican, Romario, Pelé che lo precedono come gol complessivi) viene da sé, ma il portoghese ogni giorno sembra animato dalla voglia di mostrare di essere ancora il migliore, hic et nunc, qui e ora. E anche qui i numeri, i migliori amici dei bomber, gli vengono in soccorso. Con Messi alle prese col nuovo rapporto difficile col Barcellona e fermo a 6 gol (di cui cinque rigori), Ronaldo deve respingere la carica di un altro immortale, Ibrahimovic, del dominatore dell’ultima stagione europea, Lewandowski, e delle nuove leve, Mbappé e Haaland su tutti. Nessuno, nemmeno il bionico norvegese dalle quindici primavere in meno, regge il ritmo: un gol ogni 48 minuti per CR7, uno ogni 56’ per il numero 9 del Dortmund, uno ogni 50’ per Lewa. Insomma, questo Cristiano ha ragione ad essere “poco realista”: per ora resta lì, con i migliori, davanti ai migliori.
Gol funzionaliRonaldo però sa per esperienza che le cifre possono dare le dimensioni di un cannoniere, ma sono i trofei a fine anno a rendere memorabili e, in pochi selezionati casi, immensi i giocatori. In quest’ottica l’occupazione costante dei tabellini dei marcatori viene descritta dall’ambiente Juve come la punta dell’iceberg. Il portoghese, seppur nella sua posizione predominante, lavora per essere funzionale alla squadra. «Se tocca i palloni in certe zone è devastante», ha detto Pirlo, e il progetto di servirlo in area, vicino alla porta, in posizione quasi da centravanti sta prendendo forma, grazie anche alla sua convinta adesione. Lo stesso “pendere a destra” della manovra bianconera, con Cuadrado più coinvolto che l’ala opposta, porta poi spesso l’azione ad evolversi verso sinistra: un passaggio verso il centro (Morata), uno verso le zolle, più libere, dove il portoghese può scoccare il tiro. Oggi i gol del “Moraldo”, la coppia d’attacco titolare, pesano per un 70 per cento sul fatturato complessivo bianconero. Troppo, forse. Servirà coinvolgere anche risorse. Ma mentre gli altri affilano le armi, il «giovanotto» trentacinquenne lima qualche altro record.