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 2020  novembre 23 Lunedì calendario

Il piano di Trump per i creditori

Un libro subito, per monetizzare l’enorme sete di particolari che il grande pubblico ha nei confronti della presidenza Trump, ma anche per togliersi i tanti sassolini che gli sono entrati nelle scarpe negli ultimi quattro anni. E poi nuovi comizi, a pagamento, vista la grande popolarità di cui il presidente gode tra i suoi sostenitori. Infine il ritorno sul palcoscenico mediatico, quello che lo ha reso davvero ricco in confronto all’ottovolante monetario dell’immobiliare. I rapporti con Fox e con la famiglia Murdoch che lo hanno sostenuto sono alla frutta, e Trump pensa che ci sia spazio per un nuovo network conservatore, o perlomeno per un ritorno in grande stile di uno show come The Apprentice, nel quale possa tornare a tuonare contro i suoi nemici. Le casse della Trump Organization non sono floride, e tra le tante preoccupazioni di questo scorcio del mandato, Donald Trump è costretto anche a interrogarsi su come farà a tener fronte agli impegni finanziari che stanno per piovergli addosso.
LE CIFRE IN BALLO
Lui stesso nel corso dell’ultimo dibattito televisivo con Biden ha confermato la scadenza in arrivo per almeno 400 milioni di dollari di debito. La rivista Forbes conta un debito complessivo di 1,1 miliardi, a fronte di un patrimonio nelle mani del presidente di 3,6 miliardi, e con un saldo attivo quindi di 2,5 miliardi di dollari. Il problema è che le proprietà in portfolio sono quasi tutte in rosso. Pessimi gli investimenti sui campi da golf e sui resort a loro associati, che negli ultimi quattro anni hanno generato solo perdite. Meglio alcuni degli alberghi tra i quali il portabandiera Trump Hotel di fronte alla Casa Bianca a Washington. Il governo saudita lo scorso anno per un breve periodo ha affittato 500 stanze dell’edificio, e i relativi introiti hanno permesso di registrare per la prima volta un attivo di bilancio a fine anno, dopo che per il primo biennio 2016-18 si era concluso con un rosso di 55 milioni. Parte dei 160.000 mq. di uffici nel grattacielo di San Francisco sono stati affittati per dieci mesi da quello del Qatar, senza che un solo mobile o una sola persona entrasse nel palazzo. Al di là di questi introiti, i veri profitti per molti anni sono stati le royalties per i programmi televisivi di grande successo del passato. Ultimamente anche questi si stanno prosciugando, e le finanze degli affari del gruppo Trump si stanno aggrovigliando in una dinamica ben nota: quella che conduce alla insolvibilità. L’imprenditore l’ha dovuta affrontare due altre volte in passato, e in entrambi i casi ha scelto la strada del fallimento, con il deprezzamento del credito in mano a chi gli aveva prestato i soldi, e con l’amministrazione del tribunale che chiude le vertenze. Ad altre latitudine e nel caso di altri imprenditori, un incidente del genere può macchiare e chiudere la carriera. Trump invece ha sempre avuto a disposizione un jolly che lo ha fatto uscire dall’angolo. Il suo nome è oro, e produce nuova credibilità debitoria a dispetto di qualsiasi sciagura. 

LA FIDUCIA
Il ritorno agli affari privati nei prossimi mesi potrebbe resuscitare le sue ambizioni immobiliari a Mosca e a Pechino, dopo la pausa dei quattro anni di presidenza, e la notorietà addizionale che ha acquisito con la presidenza potrebbe dargli nuova fiducia creditoria. Sulla strada troverà però ostacoli giudiziari, anche questi relativi ai suoi affari. La procura del Southern district di New York lo insegue dopo la chiamata a correo con la quale il suo vecchio amico e legale Micheal Cohen lo ha legato ad una serie di reati finanziari. Trump ha parlato in passato della possibilità di auto-concedersi un perdono presidenziale che lo salverebbe in questo che è un procedimento federale, ma nulla potrebbe contro altre due inchieste, una della procuratrice generale Letitia James e l’altro di Cirus Vance, che si stanno allargando ad ombrello ai tre figli e agli affari di famiglia.