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 2020  novembre 22 Domenica calendario

Sarà l’ossigeno a ridarci la giovinezza

Scienziati israeliani sono riusciti a invertire il processo biologico di invecchiamento dell’essere umano, ottenendo risultati incoraggianti con una nuova terapia a base di ossigeno. È una brutta notizia per migliaia di chirurghi estetici, ma ottima per le persone anziane che si ammalano di Alzheimer o di Parkinson: ringiovanire le loro cellule renderà più felici i loro ultimi anni di vita.  
In un esperimento condotto su 35 volontari di più di 64 anni, i ricercatori dell’Università di Tel Aviv e dello Shamir Medical Center hanno trovato il modo di contrastare due dei principali fattori dell’invecchiamento: l’accorciamento dei telomeri e l’accumulo di cellule senescenti.  
I telomeri sono strutture che si trovano all’apice dei cromosomi e  proteggono il materiale genetico. Nelle persone anziane sono mediamente più lunghi e questo ha fatto inizialmente pensare che si allungassero con il tempo. In realtà si è scoperto che tutte le persone con telomeri più corti morivano prima, lasciando in vita solo quelli che li avevano più lunghi. Bloccarne l’accorciamento è dunque una delle chiavi per vivere più a lungo. Le cellule senescenti sono cellule invecchiate che si accumulano in un organo alterandone la funzione, e sono considerate tra le principali responsabili della formazione di tumori nell’organismo.  
A Tel Aviv si è scoperto che ponendo i pazienti in una camera iperbarica, come quelle usate per la decompressione dei palombari dopo un’immersione, si creava nell’organismo uno stato di ipossia, cioè di carenza di ossigeno nelle cellule. Facendo respirare ossigeno puro ai volontari, le cellule ne inglobavano di più con effetti benefici contro l’accorciamento dei telomeri (con miglioramenti del 20%) e l’accumulo delle cellule senescenti, ridotte del 30%. Per essere efficace, la terapia a base di ossigeno puro deve essere applicata nella camera iperbarica per 90 minuti per cinque giorni la settimana e per tre mesi, una procedura complessa che forse potrà essere semplificata con nuove ricerche e nuovi esperimenti.  
Molti ricercatori che studiano l’allungamento della durata della vita si sono concentrati da tempo sul ruolo dei telomeri e cercano il modo di evitarne la riduzione. “L’accorciamento dei telomeri è considerato il ’Santo Graal’ della biologia dell’invecchiamento, – ha detto il professor Shai Efrati, della Facoltà di Medicina dell’Università di Tel Aviv e coautore dello studio -. Il significativo miglioramento della lunghezza dei telomeri mostrato durante e dopo la nostra ricerca fornisce alla comunità scientifica una nuova base per comprendere che l’invecchiamento può effettivamente essere invertito a livello cellulare-biologico di base”.  
Le ultime ricerche sull’invecchiamento umano sono concordi nell’affermare che è dovuto a fattori in parte controllabili e la vecchia idea che il nostro organismo subisca semplicemente gli effetti dell’entropia dell’universo, in base alla quale ogni elemento che lo compone alla fine invecchia e si deteriora di per sé, sta per essere definitivamente abbandonata. Secondo la Bibbia, gli esseri umani sono stati programmati per vivere 120 anni, un traguardo che in futuro sarà possibile raggiungere di nuovo facilmente. Ma ai tempi della Bibbia gli anziani stavano in famiglia, avevano un ruolo sociale importante e non prendevano la pensione. Altri problemi sui quali altri scienziati, più esperti in economia e in sociologia, dovranno presto lavorare.