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 2020  novembre 22 Domenica calendario

Intervista a Paoletta (Paola Pelagalli)

Da ragazza negli Anni Novanta in discoteca passava la techno internazionale, è stata l’amante segreta di più di un cantautore e faceva notti pazze nella Milano da bere. Ora, però, Paola Pelagalli, in arte Paoletta, 51 anni, s’è data una calmata: basta dj set, lavora dalle 9 alle 12 a Radio Italia (la quarta stazione più ascoltata del Paese, secondo l’ultimo rapporto RadioTer), ha un figlio di 9 anni e un compagno da 12. L’avrebbe mai detto? «Io che metto musica italiana? Mai», racconta lei. «Ma nella vita si cresce e per noi donne questi cambiamenti incidono di più sulla carriera. Il gioco da vincere è riuscire a tenere le due cose allineate». 
In 35 anni Paoletta ha lavorato in molte emittenti: quella locale di Capua (Caserta), dove è nata, e poi Kiss Kiss, R101, Rtl e Radio Deejay, per 16 anni. Fu Jovanotti a sentire per caso un suo provino, preso da un mucchio di cassette arrivate in radio, innamorandosi subito della sua voce, finita anche in decine di spot pubblicitari, da Garnier a Fiat. Jovanotti convinse Claudio Cecchetto a provinarla: andò bene e Paoletta venne assunta nel giro di un giorno. Era il 1990: Deejay stava per diventare la radio più innovativa dell’epoca.
Jovanotti era un po’ innamorato di lei?
«Ero carina, avevo 20 anni, venivo dalla campagna ma niente: tra me e Lorenzo non ci furono inciuci. Diventammo amici, e andai ad abitare nel suo monolocale in via Lomazzo».
In un monolocale in due, e non ci fu una storia? 
«Lorenzo me lo cedette: lui era già famoso e quella casa era troppo piccola per lui. La storia ci fu con Fabrizio Lavoro (Nikki, che su Radio Deejay oggi conduce Tropical Pizza), ci mettemmo assieme al matrimonio di Cecchetto. Durò un anno». 
Come fu entrare in una grande radio a 20 anni? 
«Ho iniziato a trasmettere a 15 anni, non avevo paura di niente. Feci la mia prima diretta con Linus, fu lui a soprannominarmi Paoletta perché ero la più piccola, e ricordo ancora la prima canzone che lanciai: I Can’t Stand It dei Twenty 4 Seven. La radio non mi bastava, però, e cominciai anche a fare la dj nelle discoteche». 
Lei fu una delle prime dj donne a mettere la techno. In quegli anni l’ecstasy era ovunque: mai provata? 
«Mai. Sono una sportiva, sono astemia, e non ho mai preso una pasticca. Nei locali, però, c’era un sacco di gente fuori: una sera mi accolsero facendomi trovarte la consolle sommersa di pastiglie colorate».
Mai sentita un po’ responsabile di quello che succedeva?
«Il mio compito non era combattere la droga, ma far ballare le persone. Però ammetto che quando vedevo i ragazzi a terra per le crisi epilettiche mi impressionavo molto».
Crisi epilettiche in discoteca? 
«A quei tempi si usavano luci stroboscopiche fortissime. E se uno esagerava con quella roba poteva avere una crisi. A quel punto fermavo la musica, veniva la sicurezza, e poi si ripartiva». 
Per quanti anni ha fatto questa vita? 
«Vent’anni. In settimana lavoravo in radio e nei weekend in giro per L’Italia. Quando mi vedevano ai piatti – biondina piccolina e carina – rimanevano interdetti. Dopo cinque minuti capivano che facevo sul serio». 
A parte le serate in discoteche, lei era in un giro di arstisti molto attivo nella Milano da bere di allora
«Durante gli anni a Deejay, finite le trasmissioni, ci trovavamo a un chiosco io, Lorenzo, J-Ax, i Gemelli Diversi e altri del giro dell’hip hop. Andavamo a ballare all’Hollywood di Ringo e finivamo per cenare alle cinque del mattino». 
Ci fu anche una festa pazza entrata negli annali a fine Anni 90 a Milano, vero? 
«Sì. Per i miei 30 anni feci una megafesta. Come regalo chiesi a J-Ax un fidanzato. Lui si presentò con Costantino Vitagliano vestito da marinaio sexy: allora faceva lo spogliarellista. J-Ax mi disse che con lui potevo fare quel che volevo, aveva pagato la tariffa intera». 
E lei? 
«Lui cominciò a spogliarsi, si sedette su di me, fece il suo lavoro. Io mi tirai indietro. Ero imbarazzatissima».
Bugia. Ci avranno provato in migliaia con lei...
«No, giuro. E poi sono sempre stata io quella a fare il primo passo. E la mia vita sentimentale all’epoca era un disastro: ho avuto storie con artisti che mi dedicavano canzoni, e poi mi toccava passarle anche in radio. Uno strazio».
Scusi, di chi e di cosa stiamo parlando?
«Onde radio amiche. Paolo Martella la scrisse nel 1997 dopo avermi tradito. Ebbe un discreto successo».
Mah! Un pezzo più memorabile che parla di lei? 
«Non posso fare titoli. Più di una famiglia si sfascerebbe. Erano uomini sposati, cantautori, e con alcuni ho avuto storie vere e proprie. Preferisco tacere». 
Poi si è messa con il suo attuale compagno, che ha dieci anni meno di lei. 
«Non sono mai stata con uomini più grandi, li trovo noiosi. Anche con Alessandro ho fatto tutto io: lavorava a Rtl, l’ho visto e mi è piaciuto».
 
Torniamo alla radio. Rimase a Deejay per 16 anni, fece molti programmi di successo (5020, Sala jockey, Collezione privata, La Bomba con Luciana Littizzetto) e gli ascoltatori le scrivevano centinaia di lettere. 
«Sì, le Paolettere. Ogni giorno ne arrivavano a centinaia. Tutti volevano la mia dedica in radio. Ho tanti difetti, ma un grande pregio: sono empatica, e gli ascoltatori lo sentono».
Eppure, nonostante lei fosse la fidanzatina della radio, nel 2006 Linus la mandò via. Perché? 
«Non fu lui a mandarmi via. Fu una mia scelta».
Litigaste?
«Con Linus non si litiga. Semmai uno ci resta male perché può essere un po’ crudo nel dire le cose». 
A lei cosa disse? 
«Avevo 35 anni ed ero stufa dei programmi pomeridiani per ragazzini. Lui mi rispose che non aveva altri spazi per me. Decisi di tenermi solo La Bomba con Luciana, il sabato mattina. Poi arrivò l’offerta di R101: la mattina, totale libertà e il triplo dei soldi. Linus mi disse: Un’occasione così prendila al volo. La mattina non me l’avrebbe mai data: era sua. Così me ne andai». 
Nel giro di due anni, però, cambiò ancora: perché?
«A R101 mi trovai malissimo: mi diedero degli autori e l’obbligo di parlare solo di cose utili. Niente telefonate, lettere, interazioni. Andai a Rtl. Dalla padella alla brace».
Si racconta di una scenata furibonda tra lei e Lorenzo Suraci, il proprietario di Rtl. 
«Mentre ero in diretta, spalancò la porta dello studio urlando: Che cazzo dici? Niente fatti tuoi in radio. Stavo raccontando che il giorno prima ero andata da un ascoltatore a raccogliere noci per fare il nocino. Abbandonai la diretta».
Mollò tutto così all’improvviso?
«Sì, da anni ero esasperata. Suraci fa sempre di testa sua: dall’oggi al domani mi cambiava fascia, non voleva che parlassi di me o che coinvolgessi gli ascoltatori. Per lui dovevo solo annunciare le canzoni. Il giorno dopo la sceneggiata mi spostò nel weekend. Dopo un mese me ne andai».
Siamo già arrivati alla quarta radio nazionale da cui va via. Che cosa fece?
«Capii che dovevo fare una scelta diversa. Anche se non sapevo niente di musica italiana, andai da Mario Pontini, il vicepresidente di Radio Italia, che mi aveva sempre detto che gli piacevo. Mario Volanti, il presidente, mi mise alla prova: in onda sette giorni su sette per un anno, al mattino, con un partner». 
Era ottobre 2010, lei rimase incinta dopo tre giorni a Radio Italia. Come la presero? 
«Benissimo. Ho lavorato fino a due settimane prima di partorire, e sono tornata dopo due. Lasciavo il bambino alla baby sitter, andavo in radio, agganciavo il tiralatte elettrico durante la diretta, e via. Nessuno si è mai lamentato».

E con la musica italiana?
«Mi sono appassionata. Ora sono fan di Annalisa, Tha Supreme e Machete Crew. E poi da un anno sono da sola: io e gli ascoltatori, che hanno più o meno la mia età. È bellissimo». 
È passata dalla radio cool di Milano a quella delle casalinghe. Tornerebbe indietro?
«Manco per sogno. Ora faccio quello che ho sempre desiderato. Me lo sono sudato e me lo tengo».