La Stampa, 20 novembre 2020
I negazionisti a caccia di ambulanze
«Pronto centrale? Abbiamo bisogno di aiuto. Un’auto di grossa cilindrata ci sta inseguendo in tangenziale. Ci tallona a forte velocità. A bordo c’è una donna che scatta foto a ripetizione con un cellulare. Non riusciamo a capire le loro intenzioni».
I negazionisti torinesi vanno a caccia di ambulanze in Porsche Cayenne. Le inseguono e poi aggrediscono verbalmente l’equipe del soccorso. «Le vostre emergenze sono solo finzioni. Il Covid è una finzione». E alla fine, dopo l’arrivo dei carabinieri, scrollano le spalle e si giustificano: «Andiamo in giro per lavoro». Bel lavoro intralciare i soccorsi urgenti.
È l’incontro di «terzo tipo» capitato un paio di settimane a un’equipe del 118, spedita dalla centrale operativa nella zona di Collegno, nella prima cintura ovest della città. L’ambulanza di soccorso avanzato stava correndo a casa di un sessantenne con problemi respiratori. Un presunto codice giallo. Un grado medio alto di gravità. Sirene e lampeggianti accesi. Stando al protocollo, pochi minuti per raggiungere il luogo dell’intervento.
Lungo il tragitto la Porsche Cayenne si è lanciata all’inseguimento, a tutta velocità, pedinando il mezzo di soccorso fino all’indirizzo di destinazione. Lì è accaduto il resto. O meglio, le intenzione degli occupanti del Suv sono diventate chiare. Mentre l’infermiera si è precipitata a casa del sessantenne, seguita dai colleghi dell’equipaggio, l’autista è rimasto a bordo dell’ambulanza a sorvegliare il mezzo. «Centrale mandate una pattuglia delle forze dell’ordine. Dal Suv sono scese due persone: un uomo e una donna. Ci stanno urlando contro. Sono minacciosi. Dicono che il nostro intervento di emergenza è una finzione, che vogliamo solo spaventare la gente. Se si mette male mi riparo in casa».
Dalla centrale del 118 è stato richiesto l’intervento di una pattuglia dei carabinieri. I militari sono arrivati dopo pochi istanti. La donna stava ancora riprendendo la scena con un telefonino. «Vogliamo documentare quello che sta succedendo», hanno detto. I carabinieri hanno cercato di convincerli ad andarsene. «Lasciate stare i soccorritori, stanno facendo il loro lavoro. Rischiate di intralciare l’attività di emergenza». La coppia è stata identificata. e poi si è allontanata. Ai carabinieri però, l’uomo e la donna hanno dato una banale spiegazione per giustificare l
a loro presenza in quel luogo, viste le restrizioni anti contagio in vigore. «Abbiamo delle attività in zona», hanno affermato.
Il caso è stato segnalato ai responsabili del servizio 118 e comunicato all’autorità giudiziaria. Non è la prima volta, nel torinese, che un’ ambulanze finisca nel mirino dei negazionisti e delle loro documentazioni social. Ma è la prima volta che il caso viene segnalato in procura. Segno del clima che si respira in strada, che non permette ai soccorritori di operare con serenità.
La vicenda è stata presa in considerazione anche al tavolo tecnico per la sicurezza e l’ordine pubblico in Prefettura. «Valuteremo l’episodio con tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine prima di adottare eventuali provvedimenti» dice il prefetto di Torino, Claudio Palomba. I negazionisti sono in agguato.