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 2020  novembre 20 Venerdì calendario

Brigitte Bardot contro gli eccessi del #MeToo

Brigitte Bardot non ha mai abbandonato quel villaggio di pescatori affacciato sulla Costa Azzurra che nel 1956 divenne l’epicentro della mondanità internazionale dopo l’uscita di Et Dieucréa la femme, ossia Saint-Tropez. Ma dal 1973, anno in cui disse addio per sempre alla settima arte per dedicarsi alla causa animale, la sua Saint-Trop è racchiusa tra la Madrague e la Garrigue, le due proprietà immerse nella natura che ha eletto come buon retiro e da cui osserva «un mondo che è diventato un circo». È lì, tra i suoi adorati animali e le foto in bianco e nero di tempi irripetibili, che ha accolto Paris Match, in occasione della riedizione della sua autobiografia, Initiales B.B. (Grasset), dedicata ai primi quarant’anni della sua vita. «Ci ho messo vent’anni a scrivere questo libro che ritrae fedelmente la mia vita () Ciò che ho subito, ciò che ho amato, ciò che ho odiato, le mie gioie e i miei problemi: c’è tutto. È una confessione molto sincera, senza precedenti», afferma BB. Quando uscì per la prima volta, nel 1996, i francesi acquistarono 500mila copie in pochi giorni. BB, senza tabù, raccontava i suoi tentativi di suicidio, le ferite provocate da un figlio che non aveva voluto, ma anche le sue passioni amorose, comprese quelle italiane, con l’attore Raf Vallone e il playboy Gigi Rizzi. Françoise Sagan lodò il suo dongiovannismo al femminile e Simone de Beauvoir scrisse addirittura un saggio per elogiare la femminilità trionfante e moderna di BB. «Non ero una bambola gonfiabile, ero io che sceglievo gli uomini», dice oggi la Bardot. Che dinanzi alle derive del movimento #MeToo, si indigna: «Di questo passo, dire che una donna è bella diventerà un crimine. Mi piaceva essere guardata, e quando qualcuno mi metteva le mani sul sedere, fatto che accadeva molto raramente, lo trovavo piuttosto divertente». Quando le viene chiesto se non avrebbe preferito sposare un ragazzo di buona famiglia di Neuilly-sur-Seine, la periferia chic di Parigi, come volevano i suoi genitori, BB risponde così: «No. Ciò che mi dispiace è non aver sposato un bel gitano che mi avrebbe portato a vivere nella sua roulotte trainata dai cavalli, guardandomi mentre danzo al ritmo della sua chitarra. Mi sarebbe piaciuto vivere così». Della Saint-Tropez degli anni Cinquanta e Sessanta, della joie de vivre e della spensieratezza di quell’epoca indimenticabile, non è rimasto nulla. «È diventato un luogo orribile, un posto per miliardari, senza cuore, senza fascino, sfigurato», dice BB, nostalgica delle piccole botteghe che le piacevano tanto, «sostituite dalle boutique di lusso, come se ne trovano ovunque». Ma nel colloquio con Paris Match, c’è spazio anche per il ricordo del primo incontro con Marguerite Yourcenar, quando la scrittrice si presentò a Saint-Tropez, una sera, all’improvviso, e passarono la notte a bere champagne e a parlare di animali e libri davanti al camino. E l’aldilà come se lo immagina Brigitte Bardot? «Ah, non lo so proprio. Ma se ci fossero gli animali, sarebbe il paradiso».