La Gazzetta dello Sport, 20 novembre 2020
I nuovi tesori azzurri: Locatelli, Berardi e Bastoni
«Scegliere il gruppo per l’Europeo sarà un bel problema». E se lo dice chi deve scegliere siamo nessi bene, in tutti i sensi s’intende. Roberto Mancini non si nasconde: «L’abbondanza è un bel problema, in questi mesi sono venuti fuori altri giovani interessanti, abbiamo fatto innamorare la gente con il gruppo e il bel gioco». Però nelle fasi finali è possibile iscrivere soltanto 23 nomi. E in ballottaggio ce ne sono una trentina, forse più. Il bello è che la lista s’allunga sempre. Estonia, Polonia e Bosnia hanno imposto tre nomi che sarà molto difficile cancellare: Locatelli, Berardi e Bastoni. Se aggiungiamo che l’Under 21 ha messo contestualmente in vetrina Raspadori e Scamacca (di proprietà del club) per il quale il Mancio stravede, si può dire che il Sassuolo, la squadra oggi più organizzata e divertente, sia diventato il più vivace serbatoio azzurro.
Locatelli fa per due
Oltre a Locatelli, Berardi, Raspadori e Scamacca dal Sassuolo arriva anche Caputo che, senza l’infortunio, avrebbe giocato almeno una partita. Di questa lista il più sicuro di partecipare all’Europeo è Locatelli, “revenant” si direbbe, “ritornato” dopo l’affermazione improvvisa, da giovanissimo, nel Milan, e la crisi di rigetto che aveva fatto balenare l’immagine della meteora. Invece siamo in presenza del più solido e versatile dei centrocampisti italiani che cambierebbe la vita a Pirlo e Conte. Barella è un incursore, Verratti non può giocare davanti alla difesa, Jorginho non è proponibile da mezzala, mentre l’azzurro del Sassuolo può ricoprire due ruoli, quelli di Jorginho e Verratti. Con una fisicità superiore. E un lancio lungo che nessuno possiede. Il 12° titolare, al momento.
Berardi, mai visto così
Sta scalando gerarchie il collega Berardi che e un ex giovane (26 anni) e forse ha avuto momenti più splendenti con Di Francesco: ma non è mai parso così maturo come con De Zerbi. Una crescita reciproca: per l’attaccante, ora una meraviglia di essenzialità, e per il tecnico, il cui talento è stato esaltato finalmente da una dose di pragmatismo. Gli esterni sono il ruolo più “aperto” della Nazionale: se si esclude Insigne, più l’incognita Zaniolo, ci sono altri due posti (se non tre) tutti da assegnare. Candidati: Berardi, entrato di prepotenza nel giro con 2 gol, Bernardeschi, Chiesa e Kean, mai assenti, più Grifo, El Shaarawy e Orsolini. Qualcuno resterà fuori. Sogna Caputo, centravanti di movimento diverso da Belotti e Immobile. Sogna, senza illudersi, Scamacca, perché un “9” con un’alta percentuale di realizzazione sarebbe un dono dal cielo.
Sorpasso Bastoni
C’è vita oltre il Sassuolo e il suo nome è Bastoni, lanciato da Conte senza esitazione. Impressionante che un ‘99 abbia questa concretezza difensiva, abbinata a un carattere da veterano e a un senso per l’impostazione bassa che, crescendo, potrebbe proporlo come alternativa a Bonucci. Il quale, con Chiellini e l’indispensabile Acerbi, non può mancare all’Europeo. Per la quarta maglia Bastoni ha messo oggi la freccia su Romagnoli, Mancini, D’Ambrosio e altri concorrenti. La strada è ancora lunga ma alcuni percorsi sembrano obbligati. Scelga bene, ct.