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 2020  novembre 19 Giovedì calendario

Intervista alla sciatrice Marta Bassino

Adora lo sci, eppure odia il freddo: un paradosso, per chi fa il suo mestiere. Quando può, cioè a stagione finita, lo combatte… al mare. Quando non può, ovvero nel periodo delle gare, lo esorcizza correndo, «che è anche un modo per liberare la testa». Neve, gare, attività fisica e semplicità nell’essere e nel porgersi. Chi è Marta Bassino, nuova stella dell’Italia rosa? Una 24enne che ha ormai varcato la soglia del club che conta, ma che conserva l’umiltà di chi sa di dover ancora remare.
Dopo il trionfo nel gigante di Soelden, la rivedremo sabato e domenica (assieme a Federica Brignone e ad altre cinque compagne) nel doppio slalom finlandese di Levi, che segnerà anche il rientro di Mikaela Shiffrin. Non è la disciplina preferita dalla Bassino, ma è un test interessante in attesa che da dicembre la Coppa del Mondo ci confermi che Marta è diventata forte pure nella velocità. Questa è la sua storia. Made in Piemonte.
Partiamo dalla Marta bambina?
«Sono nata a Borgo San Dalmazzo, vivo qui da sempre. Casa con giardino e vita bucolica: il nonno aveva galline e altri animali. Non ho mai visto una bambola: era il fratello maggiore a comandare i giochi. Poi è arrivato Marco e ci siamo affezionati: il bambolotto era lui. All’aria aperta ci siamo divertiti, passavamo i pomeriggi a saltare su un grande tappeto elastico».
Lo sci è arrivato presto.
«Papà, assicuratore, è un maestro di sci. Questo sport è sempre appartenuto alla famiglia: andavamo a sciare il weekend, poi ho cominciato con le gare; papà e mamma me le hanno fatte vivere come un divertimento. I sogni? Erano legati al diventare una sciatrice di talento».
C’era un’alternativa?
«La ginnastica artistica, praticata fino alla terza media. Andavo bene: mi chiedo dove sarei potuta arrivare».
E la Bassino studentessa?
«Ero brava, anche se a volte faticavo a tenere il passo a causa dello sci. Il periodo delle medie è stato stressante. Frequentavo a Cuneo e mi trattavano peggio di chi bigiava per bighellonare in centro. Alle superiori invece è andata meglio, alla fine sono riuscita a conciliare studio e sport».
Parliamo di flirt e fidanzati?
«Sono sempre stata timida. Ho risolto fidanzandomi a 18 anni con il ragazzo con cui sto ancora oggi. Lo sposerò? Non so, per ora va bene così».
Marta Bassino è troppo buona, si dice, nell’agonismo serve più cattiveria.
«Per fare sport non è necessario essere cattivi per forza. Al massimo un po’ egoisti. Di mio sono buona, ma non remissiva. E sono tenace».
È vero che bisogna costruire il personaggio?
«Il personaggio lo crei con ciò che fai. Quindi, nel caso di uno sportivo, prima di tutto con i risultati. La Pellegrini non sarebbe la Pellegrini se non avesse vinto tanto».
Esiste la gelosia dentro la Nazionale?
«Facciamo squadra in uno sport individuale: al cancelletto te ne frega poco delle compagne, quel pensiero semmai torna alla fine quando verifichi se il gruppo è andato bene. Detto questo, i genitori mi hanno dato un consiglio: bada ai fatti tuoi».
Idoli e sogni
Troppo giovane per ricordare Compagnoni e Tomba, ora che sono in alto voglio rimanerci
Qual è il suo idolo sportivo?
«Un vero faro non l’ho mai avuto: ma ammiravo Anna Fenninger e Ted Ligety».
Alberto Tomba e Deborah Compagnoni per una sciatrice della sua età sono fuori moda?
«Da piccola entrambi erano già… storia!».
Quindi Deborah…
«Be’, è una stata una fuoriclasse. Ma in azione l’ho vista solo nei filmati».
È femminista?
«No, però sono orgogliosa dell’importanza acquisita dalle donne in tutti i settori».
La paragonavano a Dory, il pesciolino smemorato dei cartoni animati.
«La mia Dorina! Sì, sono fatta così: a volte mi dimentico strada e oggetti. Ma vorrei che si superasse questo stereotipo che mi riguarda».
Essere tra le sciatrici top che sensazione dà?
«Immaginavo quanto fosse bello far parte di quel gruppo. Oggi che ci sono provo solo gioia. E voglio rimanerci».
È arrivata dove voleva essere, in anticipo o in ritardo?
«Al momento giusto. Forse dopo i primi podi ci si aspettava di più. Per me non era così scontato e ho dovuto superare alcune bufere: ne sono uscita rafforzata».
Lo sa che avrà addosso gli occhi di tutti?
«Accetto la sfida: conosco il mio valore. Non mi allargo: prudenza da piemontese».