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 2020  novembre 19 Giovedì calendario

Gli aumenti nei nuovi contratti degli statali

I 3,775 miliardi raggiunti dal fondo per il rinnovo dei contratti degli statali producono un aumento medio del 4,07% a regime. Che applicato alla busta paga-tipo degli 1,87 milioni di dipendenti della Pa centrale, di 34.250 euro lordi all’anno, si traducono in un aumento mensile di 108,95 euro. Per garantire la stessa dinamica salariale ai dipendenti di Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni, sanità e università, che sono 1,38 milioni, i bilanci autonomi di queste amministrazioni dovranno mettere sul piatto 2,95 miliardi di euro.
La relazione tecnica che ieri ha accompagnato prima al Quirinale e poi alla Camera il testo bollinato della legge di bilancio offre i numeri ufficiali del costo che il bilancio pubblico è chiamato a sostenere per i contratti 2019/2021 dei dipendenti pubblici. Numeri importanti, soprattutto nel quadro della pandemia economica. Ma insufficienti secondo i sindacati.
La proclamazione dello sciopero per il 9 dicembre, il giorno dopo l’Immacolata, ha come da previsione fatto esplodere le polemiche. Ieri è tornata sul tema la ministra della Pa Fabiana Dadone, che ha bollato lo sciopero come «scelta esorbitante». E lo stesso fronte sindacale ha registrato una parziale spaccatura, perché l’Ugl ha preso le distanze parlando di «sciopero legittimo ma inopportuno».
Ma dalla Cgil interviene direttamente il segretario generale Maurizio Landini a rimarcare lo stop. Che può essere «rivisto», spiega, se «il governo aumenta un po’ le risorse». Ipotesi non semplice da percorrere nello scenario di finanza pubblica schiacciata dalla crisi.