Corriere della Sera, 18 novembre 2020
Il virologo di riferimento di Aldo Grasso
Ho il mio virologo di riferimento, finalmente! Si chiama Guido Silvestri, è professore ordinario e capo dipartimento di Patologia all’Università Emory di Atlanta, direttore della Divisione di Microbiologia e Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center, e membro dell’Emory Vaccine Center. Tanto per farmi degli amici anche in questo settore, dirò che è una spanna sopra tutti gli altri (in termini di comunicazione, ovviamente). Mi era stato segnalato come co-fondatore del progetto «Pillole d’ottimismo»: su Facebook, incita ad affrontare il coronavirus con nervi saldi, usando il cervello (dati scientifici) e il buon senso, evitando ogni forma di panico. Domenica scorsa era ospite di Lucia Annunziata a «Mezz’ora in più» (Rai3). L’Annunziata è rimasta ferma a «Linea 3», il suo programma d’esordio del 1995, fa una tv fieramente anacronistica e forse per questo riesce ancora a sorprendere. Così, da cultore della fisiognomica, ho potuto dare un volto a queste parole che avevo letto su «Pillole d’ottimismo»: «La cavalleria degli anticorpi sta arrivando… Mentre aspettiamo [che gli scienziati facciano il loro lavoro] cerchiamo tutti di stare calmi (keep calm and carry-on, come dicevano gli inglesi sotto le bombe di Hitler), e di non fare scelte che potremmo rimpiangere amaramente, come quella di un lockdown generalizzato o di richiudere le scuole». A «Mezz’ora in più», Silvestri e Paolo Spada parlavano con assennatezza non disgiunta da scientificità, cioè dati alla mano. Poi, lunedì, all’annuncio del vaccino della Moderna, il prof. ha scritto: «Da tempo cerco pazientemente di spiegare perché, da virologo vero (al contrario degli pseudo-esperti social, che stanno alla virologia come Aldo Biscardi stava al calcio), fossi convinto che grazie alla scienza si potesse vincere in tempi ragionevolmente brevi la battaglia contro Covid-19». Sì, Guido Silvestri è il mio virologo di riferimento.