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 2020  novembre 18 Mercoledì calendario

Biografia di Daniele Bonera

Ha vissuto un paio di epoche. Quella di Ancelotti, al tramonto, quella di Allegri, un momento di fulgore breve. In queste ore, da allenatore improvvisamente al comando, ha ricevuto tanti messaggi dai suoi colleghi e allenatori passati. Uno gli ha scritto, scherzando: «Li hai seccati tutti e ora vai in panchina». Daniele Bonera non si è offeso. Ha riso, perché è fatto così. Ha superato il Covid il mese scorso, è pronto per governare anche solo per pochi giorni perché ha le carte burocraticamente a posto. Non è l’unico nello staff di Stefano Pioli, ma il tecnico del Milan ha deciso che sarà l’ex difensore a sorvegliare dal campo la squadra a Napoli. Proprio lui, Dani, l’uomo delle scelte. Quello che con Gattuso ha condiviso lo spogliatoio e ha vinto. Quello che ha deciso di trasferirsi in Spagna con la famiglia, concludendo la carriera al Villarreal, che come dicevano i media spagnoli qualche mese fa se lo sarebbe preso volentieri indietro come d.s.. Perché Dani è pacato, ma sa quello che fa. In carriera si è tolto tante soddisfazioni, ma senza gli infortuni il coinvolgimento nei trionfi del Milan di Ancelotti sarebbe stato maggiore. Quanto alle stagioni di Allegri, Bonera è sempre stato lì, ad imparare cose che sarebbero state utili in futuro. Senza atteggiamenti da primadonna, non adatti al suo ruolo e al suo carattere.
CambiamentiBonera sa capire i momenti: passare dal Parma al Milan nel 2006 non è stato facile, la dimensione era diversa, ma Dani non ci ha pensato un momento. Ed è stato parte del gruppo Milan per nove anni prima di salutare, senza polemiche che non appartengono al suo stile. Perché Bonera è diventato allenatore? Forse perché lo aveva in testa da sempre. Cresciuto a Brescia come Pirlo, distante per attitudine e palmares, Daniele si è messo a sgobbare a Coverciano con il solito sorriso un po’ ironico, tipico di che non si prende troppo sul serio. Ed è questo il valore aggiunto che potrà dare in questi giorni al Milan: una certa leggerezza, un rapporto sereno con Ibra e gli altri leader. Se Zlatan gli dirà “oggi ci penso io”, Daniele si farà una risata. Perché in una carriera da calciatore limitata dagli infortuni ha imparato a rispettare chi non si logora. Non si logora neppure lui. Figlio di una famiglia della borghesia di Brescia, sposato con figli, riservato ma non immedesimato in un ruolo da ayatollah casa e lavoro, Bonera non sgomita, casomai programma. È stato tifoso milanista da bambino, da giocatore si è consolidato a Parma, forse per questo il legame con Pioli è forte anche se Bonera è arrivato nello staff prima del tecnico. Ma come Pioli ama l’equilibrio. Non penserà all’occasione storica, perché non si è mai visto il vice di un vice a dirigere le operazioni, meno che mai in un momento importante. Eppure Dani non è il tipo che si fa prendere dall’ansia e Pioli di certo lo sa.