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 2020  novembre 17 Martedì calendario

Iraq, export di narghilè a gonfie vele

Kerbela è una città santa. Milioni di pellegrini musulmani ogni anno la visitano, ma il turismo religioso non è l’unico aspetto a caratterizzare questa calda città irachena, situata a circa cento chilometri a sud-ovest della capitale Baghdad. Il santuario dedicato ad al-al-Husayn, nipote del profeta Maometto, è un punto di riferimento per i fedeli, ma le strade della città lo sono altrettanto per i fumatori di narghilè. Kerbela è conosciuta per le sue tipiche pipe ad acqua, intagliate a mano partendo dal legno di salice bianco delle foreste dell’Eufrate. Queste esaltano l’aroma del tabacco e mantengono il fumo fresco a differenza dei narghilè in metallo.La socialità e il rito del fumo, in questo angolo di Iraq, non si fermano. E come ha raccontato l’Agenzia France Presse l’attività dei caffè, separati in base al genere, è andata avanti nonostante i rischi per la salute associati al fumo e la pandemia di Covid-19.
Il bakkar è il tubo di legno intagliato che collega il contenitore in vetro con l’acqua alla sommità del narghilè, un piccolo barattolino di terracotta dove è posto il tabacco. Le pipe, normalmente, sono realizzate in ferro o in rame, ma nei locali di Kerbela si trovano quelle locali, realizzate dagli artigiani lavorando il legno. Un’antica tradizione che esalta gli aromi. «Se il tabacco è aromatizzato alla mela o alla menta, puoi sentirne chiaramente l’odore», ha spiegato all’Afp Hassan Ali, proprietario di un caffè.
Uno degli ultimi falegnami che portano avanti la tradizione dei bakkar in legno è Mohamed Baqer. Da oltre trent’anni lavora al tornio per realizzare le pipe, veri e propri oggetti di artigianato, anche con un tocco artistico. «I disegni che realizzo mentre intaglio sono tutti frutto della mia immaginazione», ha detto, «scolpisco quello che mi sento dentro, cercando di dare al cliente un prodotto bello. Usiamo il salice di Kerbela, che cresce sulle rive dell’Eufrate, un legno chiaro che assorbe bene l’acqua e purifica il fumo».
La tradizione di queste pipe ha una ragione anche climatica. Il legno, infatti, rende più rinfrescante il fumo per le persone che vivono nelle zone torride del Sud dell’Iraq, dove in estate si superano tranquillamente i 50 gradi. «Baghdad è situata più a Nord, fa un po’ più fresco e qui possono usare il metallo», ha osservato Mohamed Jassim, intagliatore di pipe in legno, un mestiere tramandato da generazioni e che lui stesso sta insegnando a suo figlio adolescente.
Gli artigiani che conservano l’antica tradizione sono pochi, ma il lavoro è creativo. Jassim intaglia nelle pipe piccole cupole simili a moschee e ha così creato la linea «islamica». Prodotti che stanno conoscendo successo, sia in Iraq che in Libano, ma questi narghilè sono stati spediti anche in Germania. Durante la prima ondata di Covid i caffè sono stati chiusi, anche i falegnami hanno temuto contraccolpi economici ma, come ha detto Jassim, «finché ci sarà tabacco andremo sempre bene».