il Fatto Quotidiano, 17 novembre 2020
Le donne nel renzismo: utili solo se per il capo
Gli appunti dell’ex presidente di Open Alberto Bianchi, del 2019, e la telefonata intercettata di Matteo Renzi al padre Tiziano, nell’aprile 2017, regalano due spaccati non proprio edificanti del renzismo applicato al mondo delle donne e delle strategie politiche, visto che le citate Maria Elena Boschi e Annalisa Chirico appaiono poco più che pedine utili a smaltare l’immagine del capo.
Non proprio un monumento al ruolo della donna in politica e nel giornalismo, verrebbe da dire. Partiamo dagli appunti di Bianchi, che nel 2019 si appunta il resoconto di un confronto con Renzi: “Su Meb insiste a dire che è brava, è ‘donna – quindi – tr…’, perché in politica sta una volta alla settimana, va alle presentazioni del suo libro. Dovrebbe, dice, darsi una dimensione familiare – moglie, fare un figlio – anche per migliorare la sua immagine, ma la trova renitente pure a rivelare il suo rapporto con Mugnai”. Renzi ha smentito tutto (“Parole non mie”). Bianchi ha riferito che l’appunto era una sua sintesi di ciò che in politica troppi pensano. Insomma, quel “su Meb insiste a dire…” aveva come soggetto “la politica”. Una specie di scrittura medianica. Magari dettava le parole lo spirito di Berlinguer o di Napoleone, chissà. Fatto sta che, se è certamente vero che quel “Meb è donna, è brava, quindi tr…” fosse un voler sottolineare uno stereotipo, il resto è frutto di un ragionamento strategico piuttosto avvilente. La Boschi, per attrarre consenso, dovrebbe dare una versione di sé più rassicurante, fare la moglie e la mamma, magari anche qualche centrotavola con l’uncinetto e, perché no?, stirare guardando la D’Urso. Quest’idea, di chiunque sia, appare piuttosto vetusta per una corrente che si vanta di valorizzare le donne con cariche e ministeri. E che ci si lamenti del fatto che la Boschi non abbia voglia di sbandierare una sua storia d’amore è qualcosa che ci si aspetta al massimo da Signorini, non certo dagli appunti dell’ex presidente di Open.
Passando invece alla telefonata di due anni prima tra Tiziano e Matteo (e qui Tiziano non parla con “la politica” o con un ectoplasma), salta all’occhio il passaggio sulla giornalista Chirico. Tiziano dice che si potrebbe pagare un’agenzia che recluti dei giornalisti (in quel periodo è indagato per traffico di influenze, serve qualcuno che lo difenda mediaticamente) e che gli hanno riferito quanto sia stata brava a Otto e mezzo
la Chirico. Matteo replica: “Lo so, l’abbiamo mandata noi”. E il babbo: “È efficace”. Poi Matteo scherza sui rapporti della Chirico con gli avvocati che iniziano con la B: “Le manca solo Bagattini”. Insomma, in questo caso una donna utile, efficace, “mandata da lui” come se stesse parlando del suo soldatino biondo o, al massimo, del suo ufficio stampa. Mica ribelle come la Boschi, che si rifiuta di imparare il punto croce.