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 2020  novembre 16 Lunedì calendario

Trump vuole fare soldi per ripresentarsi nel 2024

"We have only one mission: to keep the Movement alive”. L’amico di Donald Trump mi dice che alla fine le cose si metteranno a posto. Che il Presidente in carica si arrenderà davanti all’evidenza, uscirà dalla Casa Bianca e tornerà a occuparsi dei suoi affari. Ma quali affari? A questa domanda per ora non c’è risposta diretta. L’immobiliare? Il business dei testimonial? La tv? Nelle riunioni famigliari di questi giorni il caveat del Presidente per il rientro è stato chiarito a tutti: gli affari dovranno essere finalizzati a un unico obiettivo, tenere il “suo” Movimento attivo, presente, dinamico. Cosa che pone molti paletti all’esposizione di cui potrà godere un uomo che da Presidente poteva permettersi tutto, ma che da privato cittadino vedrà un drammatico ridimensionamento. Se vorrà continuare a fare politica attiva, se vorrà continuare a spronare il Movimento, Trump non potrà riprendere progetti immobiliari che sembravano molto redditizi in Cina o in Russia, ad esempio, bloccati durante la sua presidenza per evitare conflitti di interesse. E dunque il campo si restringe.
Difficoltà economiche
Intuitivamente, ma anche dopo un’analisi accurata delle dichiarazioni fiscali pubblicate dal New York Times, l’unica scommessa razionale di Trump potrà essere solo sulla televisione e in modo indiretto nell’immobiliare. Anche perché – le indiscrezioni che circolano negli ambienti finanziari a New York non sono incoraggianti – l’impero Trump versa in gravi difficoltà economiche. E l’unico a poter guidare una riscossa adeguata è lui, il Donald. Costruire? Difficile, costoso e rischioso. Resta il branding, la concessione del nome: non richiede l’esborso di un quattrino per sostenere uno sviluppo immobiliare e si incassano royalties milionarie, fra i 500 mila e il milione di dollari all’anno.
Sempre secondo le rivelazioni del New York Times, degli 11 campi da golf la maggioranza ha dei problemi. Fin dal 2014 Trump ha investito 144 milioni di dollari nel campo di Turnberry, in Scozia. Ma continua a perdere. Per il Doral Inn in Florida ha investito 213 milioni ma anche per via della pandemia le cose vanno male. Le vie d’uscita? Continuare sulla strada del branding. Ma non con Tecfik Arif, l’oscuro funzionario sovietico in Kazakistan che anni fa lo convinse a entrare anche all’estero in questo settore dell’immobiliare. Su questo fronte ci sono due vie d’uscita: continuare a offrire la concessione del brand Trump a progetti immobiliari altrui. Cercare prestiti o investimenti diretti di fondi amici, soprattutto da Arabia Saudita ed Emirati che, riconoscenti, potrebbero facilmente investire qualche miliardo di dollari in palazzi e naturalmente nei campi da golf. Il conflitto in questo caso sarebbe meno evidente di un affare con russi, cinesi (l’organizzazione Trump mantiene un conto attivo in una banca a Shangai) o con la Turchia di Erdogan.

Materassi, camicie e mutande
Di fare il testimonial per vari prodotti invece non se ne parla. Certo con Trump non si sa mai, ma è impensabile che possa tornare a fare il testimonial di materassi, i “materassi Trump” prodotti dalla Serta Matresses, che ai tempi del suo successo televisivo con The Apprentice pagò 15 milioni di dollari. Altri 15 milioni glieli pagò la Philipps-Van-Heusen per promuovere mutande, camicie e cravatte; 8 milioni li ebbe dalla Acn, azienda di marketing che di fatto truffava i malcapitati convinti, per la semplice apparizione di Trump, di guadagnare molti soldi da casa. La mancanza di trasparenza, la connivenza erano caratteristiche già molto rischiose allora, nel primo decennio del secolo. Ma Trump sapeva quel che faceva. Quando partivano le cause per truffa o raggiro, se la cavava sempre: prestava solo il nome, non si occupava di business. Ma una questione legale resta. La Corte Suprema ha respinto in luglio l’appello di Trump per mantenere il segreto sulle sue dichiarazioni fiscali, ma di fatto ha bloccato il giudizio e la cosa resta per ora nel limbo. Cy Vance, il procuratore distrettuale a New York, e Letitia James, procuratore dello Stato di New York, hanno già complesse istruttorie pronte, che vanno dall’evasione fiscale, alla truffa, al pagamento di un compenso per comprare il silenzio della porno star Stormy Daniels e di Karen McDougal, proprio a cavallo del 2016.

I guai giudiziari
Trump con la sicurezza di sempre nega che ci sia mai stata relazione con le due donne. Ma le prove sono schiaccianti. Trump non può permettersi di rivivere quei momenti in Tribunale sotto i riflettori dell’opinione pubblica, soprattutto se vuole mantenere in vita il suo movimento. Gettare ombre sul suo carisma non aiuta. E la cosa presenta dei rischi, anche se provare l’evasione fiscale o la collusione con “potenze straniere” è difficile, al punto che Vance potrebbe arrivare alla conclusione che il gioco non vale la candela. In questo vortice di possibili attività, la più adatta a rispondere al caveat di Trump resta la televisione. Il Presidente si è sentito tradito da Rupert Murdoch, che ha cambiato da un giorno all’altro la linea politica nei suoi confronti dopo la certezza di una vittoria di Joe Biden. Per questo Trump vuol fare la “sua” rete, la rete del movimento. Il progetto in realtà c’era già nel 2016 se avesse perso le elezioni. Oggi ritorna in versione più completa. Una ipotesi è fare un canale in streaming, e se potrà ottenere sottoscrizioni diciamo da 40 dei 70 milioni di americani che l’hanno votato, il gioco è fatto. Un’altra è quella di allearsi o addirittura rilevare NewsmaxTv, una rete conservatrice, di proprietà di Christopher Ruddy, un giornalista imprenditore, che sarebbe ben felice di vendere per qualche centinaio di milioni. Nei giorni scorsi Trump ha fatto vari tweet suggerendo di abbandonare Fox e passare a Newsmax. Che ci sia davvero qualcosa sotto? Di certo la televisione risponde al meglio al suo caveat : gli consente di parlare alla base, di avere uno strumento di pressione contro l’opposizione e magistrati troppo diligenti. Ma soprattutto, se gli abbonati verranno, potrà fare enormi quantità di danaro. In attesa di ripresentarsi alle elezioni del 2024.