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 2020  novembre 15 Domenica calendario

Tre ricordi intorno a Sinner

Scusate se parlo di me stesso, in un momento di gioia per il tennis italiano e per Jannik Sinner. Parlo di me stesso, e di tre momenti della mia vita che ritengo molto importanti. Uno riguarda la vittoria in Coppa Davis, l’unica, quella del 1976, e una volta che, telefonando al giornale per informarli che avevamo vinto l’Insalatiera in Cile (dove in tanti volevano che non si andasse, e tanto merito va a Nicola Pietrangeli) dopo alcuni tentativi passati e sfortunati di farcela, e qualcuno mi rispose che una fila di aggettivi così interminabili non si poteva pubblicare, per quanto in quel tempo non c’erano né le televisioni, né internet e né i social.
Un altro momento, giusto per “medicare” me stesso tennista fallito, fu quello in cui mi permisi di battere un Nicola Pietrangeli che non era ancora diventato il Pietrangeli capace di vincere due Roland Garros come poi fece, ma prometteva però già quanto il Jannik Sinner di oggi, perché ora hanno capito tutti cosa vale Sinner, anche se che vinca un Roland Garros o nessuno nel futuro non è dato sapere.
Ma, in una simile autocelebrazione, non posso dimenticare di aver insegnato il tennis a Riccardo Piatti. Che mi ha ringraziato il giorno del mio compleanno su Facebook («Ti conosco da quando ero bambino e ancora una volta ti vorrei ringraziare per tutti i preziosi consigli che mi hai sempre dato»). Riccardo, mio antico figlioccio. Comasco come me e amico di famiglia, gli consigliai di recarsi a lavorare al campus di Bollettieri negli Stati Uniti, e lo fece e ci rimase per circa due mesi, non prima di aver letto Match Play and the Spin of the Ball, libro che aveva scritto, nel 1925, un signore di nome Bill Tilden e che io gli avevo prestato. Ma prima di tutte queste cose venne il giorno in cui il mio papà acquistò due palloni pressostatici a Como, affinché io vi dirigessi gratuitamente una scuola di tennis che il presidente del club non voleva. Lì trovai i fratelli Piatti, che furono tra gli allievi maggiormente entusiasti, pur senza diventare grandi giocatori.
Ho letto cose di Sinner che fanno prevedere un grande futuro per lui. Io spero che le cose che leggo si verificheranno, come quelle di Nicola Pietrangeli e la Davis. Io ormai ho novant’anni, e questa di Sinner rimane tra le giornate migliori che abbia passato.